L’altra faccia del fideismo: lo scientismo

L'insensatezza dello scientismo: quando la scienza diventa una religione

Lo scientismo è la dottrina che eleva la scienza a unico metodo valido per ottenere conoscenza, riducendo ogni altro campo del sapere, come la filosofia, larte, la religione e la morale, a unillusione o a qualcosa di irrilevante. Nonostante le sue pretese di razionalità, lo scientismo è in realtà una filosofia ingenua che tradisce i principi stessi della scienza.

Non si può designare nessuno dei grandi scienziati come scientista. Tutti i grandi scienziati furono critici e cauti nei confronti della scienza. Furono ben consapevoli di quanto poco noi conosciamo. ~ Karl Popper

 

Il metodo scientifico

 

A differenza dello scientismo, che eleva la scienza a unica fonte di verità, il metodo scientifico è un approccio umile e aperto. È fondato sul dubbio, sulla verifica e sull’autocorrezione. Non si propone di rispondere a domande esistenziali o morali, ma si concentra sulla comprensione oggettiva del mondo fisico

 

La scienza è un metodo incredibilmente potente per studiare il mondo materiale, ma ha dei limiti intrinseci che lo scientismo ignora. La scienza risponde alla domanda delcome“, ma non può rispondere a quella delperché“. Può descrivere le leggi che governano luniverso, ma non può spiegare il senso della vita, la natura della coscienza, l’origine del male o l’esistenza di Dio. Da un punto di vista prettamente protologico, lo scientismo è l’errore filosofico più grave, poiché ignora la dimensione spirituale dell’uomo e il suo bisogno di significato riguardo le origini di un’esistenza umana così limita e ferita.

 

La concupiscenza come motore dello scientismo

 

Questo argomento, reso popolare dal teologo William Paley nel suo libro Natural Theology (1802), viene utilizzato per sostenere l’esistenza di Dio. La tesi sostiene che la complessità e l’ordine osservabili nell’universo, in particolare negli organismi viventi, sono simili a quelli di un orologio e, quindi, devono avere un progettista: un creatore intelligente, cioè Dio

 

La ricerca sfrenata di progresso, tecnologico e scientifico, che spesso caratterizza lo scientismo, può essere vista, come una forma di concupiscenza: un tentativo di salvare lumanità in modo orizzontale. Non è un progresso fine a se stesso, ma un disperato tentativo, forse inconscio, di ricostruire artificialmente lo stato di benessere delle origini. La tecnologia e la medicina non sono quindi una vittoria della ragione, ma i sintomi di un’umanità ferita, che cerca disperatamente di curare le proprie malattie e colmare un vuoto esistenziale con i frutti della sua stessa caduta.

 

La rinascita dello spirito

 

Il desiderio di Dio si lega al bisogno ancestrale di dare un senso alla nostra esistenza. Diversamente da come credono gli scientisti questo è il vero motore dell’uomo che ha portato anche alla nascita del metodo scientifico. Tutti cerchiamo, a modo nostro, la Verità

 

L’uomo non è solo un aggregato di molecole, ma un essere in cerca di una verità più alta. La scienza da sola non può soddisfare questo bisogno. Coloro che cercano la Verità, in realtà, cercano Dio.

Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.» ~ Giovanni 14, 6

 

E in questo si riconosce il valore della scienza come strumento, ma non la sua idolatra. L’uomo la usa per comprendere la creazione, non per sostituire la causa ultima: Dio. La via del salvezza non è attraverso un laboratorio, ma attraverso la “presa di coscienza”, un momento di verità che rivela se si è pronti a fare la scelta radicale di abbandonare il “vecchio uomo” per diventare un “nuovo essere”: un figlio di Dio.

Lo scientismo fallisce perché non può rispondere alla domanda più importante di tutte: “Chi sono?”, “Perché esisto?”, “Qual è il senso della mia vita?”. Per delle risposte autentiche, non bisogna guardare al microscopio, ma dentro se stessi, mettendo a nudo la nostra anima.

Il primo principio è che non devi ingannare te stesso, e tu sei la persona più facile da ingannare ~ Richard Feynman

 

Un approccio complementare

 

Ciò che separa gli uomini di fede da quelli di scienza sta nelle premesse protologiche che portano in aperto scontro evoluzionisti e creazionisti. In realtà, entrambe questi posizioni sono possono essere errate o incomplete, perché non raccontano in modo esaustivo l’origine dell’umanità. Quando si risolverà lo “scoglio protologico” delle origini umane, allora fede e scienza potranno collaborare come due discipline complementari

 

La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca. ~ Albert Einstein

Come abbiamo già ripetuto più e più volte, come ne “La scomparsa della Fede e la crisi spirituale, la fede deve avanzare di pari passo con la ragione. Dunque le scoperte scientifiche hanno anche un grande valore per le Verità di fede. Anche separare nettamente scienza e fede è un modo per non rispondere a quelle domande esistenziali che richiedono una conoscenza fenomenologica, basata su dati, esperimenti e modelli che descrivono come funziona il mondo materiale. La scienza risponde al “come” e al “cosa” dei processi naturali.

La fede, d’altra parte, si occupa di una conoscenza ontologica ed esistenziale. Cerca di rispondere al “perché” dell’esistenza, al senso della vita, alla moralità e alla natura ultima della realtà. Scienza e fede sono complementari per la ricerca della Verità. E lo scientismo ignora la natura ferita del genere umano per questioni prettamente ideologiche. La vera scienza, al contrario, dovrebbe indagare su tale condizione umana:

L’errore dello scientismo è pretendere che il linguaggio della scienza sia l’unico valido, ignorando le domande che la scienza stessa non può porsi. La vera conoscenza, invece, emerge dalla complementarietà tra i due, dove la scienza esplora il creato e la fede svela il suo significato più profondo.

 

Conclusione

 

La cosa più incomprensibile dell’universo è che esso sia comprensibile. ~ Albert Einstein

Anche lo scientismo come tutte le dottrine religiose e ideologiche, si basa sul desiderio spamodico di sicurezze da parte dell’uomo. La persona non vuole la Verità, ma una certezza che la rassicuri su ciò che più teme inconsciamente. Nel caso dell’ateismo è la paura di Dio o del Giudizio divino e la possibilità che possa esistere una realtà che sfugge all’osservazione umana. Negando Dio si cerca di rassicurarsi che tutto quello che c’è nel cosmo lo possiamo controllare o, quantomeno, capire con la ragione umana. Un’illusione consolatoria, molto più radicale di quelle prettamente religiose. E non manca il fanatismo, nei cosiddetti “atei militati”.

 

 

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