Tradizionalmente, sia la Chiesa cattolica ed ortodossa che il giudaismo hanno attribuito a Mosè la paternità del Pentateuco: i primi cinque libri della Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Questa attribuzione si basa anche su alcuni versetti biblici che indicano Mosè come scrittore della “Legge” o delle “Parole di questa Legge” (cfr. Es 24, 3-7; Dt 31, 24).
L’autenticità mosaica del Pentateuco

La Chiesa per mettere a tacere i vari studiosi che cercano tutt’ora di non attribuire interamente più il Pentateuco a Mosè rilasciò un documento: L’autenticità mosaica del Pentateuco, un testo chiarifiatore, per mettere un freno a coloro che deviano dal Magistero della Chiesa cattolica. Riporto un passo di questo documento per darvi un’idea dei contenuti:
Si può concedere, senza alcun pregiudizio sull’autenticità mosaica del Pentateuco, che Mosè nella redazione della sua opera abbia fatto uso di fonti, sia documenti scritti che tradizioni orali, dalle quali abbia tratto, parola per parola oppure secondo l’idea di fondo, alcune cose e le abbia inserite nella sua opera, riassumendole o amplificandole, secondo il suo fine e dietro il soffio della divina ispirazione? Sì!
La teoria che Mosè possa avere usato scritti come, per esempio, testi in egiziano antico, data la sua formazione come egiziano per tramandare in un primo momento la vasta Rivelazione avuta da Dio, appare molto plausibile. Tale teoria si accorda con quanto insegnato dalla Chiesa. È invece impensabile che il popolo ebraico abbia trasmesso il Pentateuco solo oralmente, come sostengono alcuni biblisti del tutto digiuni di filologia.
Studi moderni

Molti biblisti moderni hanno evidenziato che il Pentateuco non può essere opera di un unico autore. E che, anzi, è un’opera composita. Cioè, frutto di diverse tradizioni e redazioni succedutesi nel corso dei secoli. Si riconosce che Mosè è una figura centrale e fondante della religione d’Israele, e che gran parte della “Legge” e della tradizione risale a lui. Ma la stesura finale e la compilazione del Pentateuco nella sua forma attuale sono attribuite a redattori successivi, probabilmente nel periodo postesilico (dopo l’esilio babilonese), forse all’epoca di Esdra.
Questa ipotesi, per quanto possa sembrare ragionevole, si discosta da quanto insegnato dalla Chiesa cattolica. Indubbiamente il testo del Pentateuco è stata ridefinito nel corso del tempo. Questo perché tramandato dagli scribi più e più volte nel corso di molti secoli e nulla esclude che redattori successivi potrebbero aver arricchito il testo in un tempo successivo, anche se tale ipotesi non si sposa perfettamente con quanto asserito dal Magistero. Ma al di là di come stiano le cose, in ogni caso non si può sminuisce in alcun modo il ruolo di Mosé come autore dei primi cinque libri della Bibbia.
La figura di Mosè come personaggio storico

Molti studiosi, in particolare quelli legati alla critica biblica e all’archeologia biblica, mettono in discussione la figura di Mosè come personaggio storico, nel senso di un individuo che ha compiuto letteralmente tutti gli eventi descritti nel Pentateuco. Naturalmente la Chiesa condanna aspramente chi non riconosce Mosè come personaggio realmente esistito, mentre Gesù afferma che Mosè è realmente esistito, come nella trasfigurazione sul Monte Tabor: Matteo 17, 3.
Tuttavia, sussistono molti dubbi al riguardo il periodo in cui visse Mosè e alcuni storici propendono nel collocarlo in un periodo diverso da quello del faraone Ramses II. La questione del “faraone dell’Esodo” è uno dei punti più dibattuti nell’archeologia biblica e negli studi sull‘Antico Testamento. Pertanto, alcuni storici ritengono che Mosé possa essere esistito in un tempo di molto anteriore a quello del più potente faraone d’Egitto.
Il tempo in cui visse Mosè

Trattandosi di un racconto arcaico, non si può escludere a priopri che i trascrttori della Bibbia, in un secondo momento, collocarono Mosé ai tempi di Ramses II, in quanto esso rappresentava il più noto e grande faraone d’Egitto della storia antica. Tale teoria fu ben argomentata da alcuni studiosi. Essi collocano Mosé nel primo Regno Antico, nel 2300 a.C., alla fine della VI distinastia egizia. Questo perché il prof. Emmanuel Anati, un archelogo dell’Università Ebraica, trovò molti reperti dell’Antica Età del bronzo nei luoghi dell’Esodo, come nei pressi del Monte Sinai. Nell’esodo si dice che Mosè chiese tre giorni di tempo al faraone. Ne deduciamo che il tragitto deve per forza essere partito da Menfi, la capitale dell’Antico Regno Egizio e non da Tebe, altrimenti il popolo ebraico non avrebbe impiegato tre giorni per arrivare al Mar Rosso, dove poi seminò l’esercito egiziano.
E se Mosè visse nell’Antico Egitto?

Se così fosse, cioè se Mosé avesse vissuto in un tempo anteriore a quello di Ramses II, si potrebbere facilmente spiegare anche le somiglianze tra il racconto della nascita di Mosè (abbandono nel cesto e ritrovamento) e altre leggende antiche, come quella di Sargon di Akkad. Questo suggerirebbe che alcuni elementi della storia di Mosè siano stati ripresi da altri, come le leggende sul re dell’Impero accadico, piuttosto che il contario.
Lo stesso si potrebbe dire riguardo tutte quelle leggende che sembrano molto simili ai primi capitoli della Genesi mosaica, come i miti mesopotanici. Questo distintegrerebbe tutte le ipotesi che cercano di far apparire la prima parte della Genesi come un mito ispirato agli Annunaki. Anche la figura di Lilith, la “prima Eva” non sarebbe nata dalla figura del demone Lilith, durante l’esilio a Babilonia, ma semplicemente gli Ebrei avrebbero associato tale dea pagana alla figura femminile che tentò Adamo secondo la tradizione orale del racconto delle origini.
Conclusione: Mosè è l’autore del Pentateuco

In pratica, a prescindere da come siano andati i fatti, la seguente affermazione della Chiesa cattolica resta valida:
Mosè compone il Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio). Questa attribuzione si basa su diversi passi biblici che presentano Mosè come scrittore di leggi e precetti.
Ergo, per quanto sia importante cercare di comprendere come sia stato trasmesso il Pentateuco, come sia nati gli stili letterari del Pentateuco, quali redattori hanno lavorato sul testo una volta morto Mosè, e quali modifiche potrebbe aver avuto nel corso dei secoli… O quale sia la giusta collocazione temporale di Mosè nella storia. Tutto ciò non cambia minimamente quanto la Chiesa ci insegna riguardo l’autore dei primi cinque libri della Bibbia. È possibile avanzare qualsiasi ipotesi a patto che Mosè resta l’indiscusso autore della prima parte dell’Antico Testamento.
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