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Home Teorie Creazione mediata

Bene Elohim: Qualità e aspetto delle divinità citate dalla Bibbia

L'umanità perfetta e divina delle origini

by Alex Pac
18 Novembre 2025
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Bene Elohim: Qualità e aspetto delle divinità citate dalla Bibbia
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È una convinzione profondamente radicata che l’uomo moderno sia il debole discendente di esseri fisicamente e sensorialmente superiori. Siamo portati a credere che i nostri sensi – dall’olfatto ai riflessi – si siano “atrofizzati” in un compromesso evolutivo che ha privilegiato la mente e l’intelletto. Ebbene, questa è una narrazione profondamente erronea e, soprattutto, illogica.

 

Se la selezione naturale darwiniana fosse l’unica forza in gioco, ciò che resta vantaggioso per la sopravvivenza (come riflessi e olfatto) verrebbe mantenuto e potenziato. Al contrario, se guardiamo all’Homo Sapiens odierno, ci troviamo di fronte a una creatura subdotata: afflitta da patologie croniche, innumerevoli malattie genetiche, con un sistema immunitario costantemente in crisi e con palesi limiti psicofisici se paragonato alla forza, all’istinto e alla perfetta adattabilità del regno animale. Non siamo “superiori” per compromesso, siamo danneggiati.

La domanda cruciale, quindi, è: Cosa è successo?

La risposta non si trova nella scienza moderna, ma nel profondo della nostra memoria ancestrale. Gran parte delle tradizioni e dei miti, dalle Americhe all’Oriente, ci tramandano l’eco di una leggendaria “Età dell‘Oro” dell’umanità: un tempo in cui le cose erano ben diverse. Un tempo in cui esisteva una stirpe non di uomini come li conosciamo, ma di esseri che erano, a tutti gli effetti, Divinità.

 

È in questa memoria che riscopriamo i Bene Elohim, i Figli di Dio, insieme alle loro qualità psicofisiche e spirituali grazie alla Genesi Biblica di don Guido Bortoluzzi.

 

L’incarnazione degli Dèi

 

In un tempo ancestrale, cioè molti ma molti milioni di anni fa, gli Esseri Divini, sollecitati dal loro Divin Genitore, decisero di entrare nel mondo terreno per sperimentare l‘ecosistema terrestre che avevano contribuito a plasmare. Lo fecero seguendo le leggi che erano state stabilite per tutti gli esseri biologici. Nel caso dei mammiferi: tramite un grembo che accogliesse il loro divino concepimento. Così, da una specie di primati definiti “ancestri”, creature molto miti e intelligenti, venne creata una femmina preumana. Essa dotata eccezionalmente di 47 cromosomi, geneticamente abbastanza simile da non provocare un rigetto del feto di Figlio di Dio. Da questa femmina, identificata dalle odierne tradizioni religiose come la “prima Eva” o “Lilith”, nacque prima l’Uomo e poi la Donna. Escludendo l’ibrido Caino, la prima coppia di Figli di Dio ebbe due figli maschi (Abele e Set), ma soltanto uno generò una propria stirpe: la Santa Stirpe di Set, quelli che vengono definiti Figli di Dio dalla Sacra Scrittura e considerati esseri santi e supremi da altre tradizioni religiose.

 

Benei Elohim: Com’erano fatti?

 

Benei Elohim: Figli di Dio
L’amore cristiano più sublime e puro, pur essendo un faro di speranza nel mondo attuale, è solo la lieve eco, un’ombra pallida, dell’unione perfetta e incontaminata che legava i Figli di Dio. Essi si amavano enormemente ed enormemente amavano Dio Padre, in un’unione sponsale trinitaria

 

I Bene Elohim possedevano un livello di intelligenza che trascendeva gli standard che oggi definiamo “geniali” o “altamente dotati”. La loro mente operava in una condizione di integrità perfetta, libera dalla frammentazione e dal caos interiore. Il loro temperamento era naturalmente mite ed equilibrato, sostenuto da un’empatia profonda e da una creatività intrinseca.

 

Cruciale era la loro la sensorialità, molto migliore della nostra. Fisicamente avevano dei lineamenti dolci o angelici, una carnagione chiarissima che si arrossava facilmente sotto il sole, occhi neri e capelli corvini lunghi fino alle spalle per gli uomini. Le donne, invece, avevano una chioma che si riversava oltre la vita, raggiungendo le estremità inferiori del corpo. Durante l’adolescenza i Figli di Dio non superano i 170 cm, ma nell’età adulta, i maschi arrivavano ai due metri e mezzo di altezza, le donne superano i due metri.

 

Un dettaglio distintivo risiedeva nelle gambe lunghe, la cui lunghezza misurava circa la metà della loro statura totale, conferendo un’andatura maestosa ed elegante, che unità all’alta statura li rendeva agli occhi degli uomini ibridi simili ad entità soprannaturali.

 

Benei Elohim: Parti non dolorosi e amore puro

 

Una delle conseguenze del peccato originale è quella di possedere e controllare il partner: gli uomini con la forza e le donna con la manipolazione psicologica. I Figli di Dio si amavano in un rapporto paritario, fatto di amore puro e complementarità. La storia di Adamo e la Prima Donna potrebbe indurci a credere che tutti i Figli di Dio fossero come il loro capostipite, padri padroni, ma essi erano ben diversi e, come spiega Gesù, estremamente legati in un rapporto che li rendeva «una cosa sola»

 

Alla donna disse: Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà ~ Genesi 3, 16

Per quanto riguarda le donne, la loro anatomia era specificamente predisposta per la vita non corrotta: pur avendo fianchi più larghi (segno di fertilità), l’esperienza del parto era priva della sofferenza delle donne odierne. La ragione non era unicamente morfologica, ma risiedeva anche nella grandezza dei neonati, che erano, per dimensioni, simili ai bambini della nostra razza. Questo ridimensiona l’idea che il dolore del parto sia una legge immutabile della natura, suggerendo che sia, invece, una conseguenza diretta della Caduta e della corruzione successiva. Conseguentemente, non si trattò di una punizione divina né di una maledizione di Dio, ma di un problema legato all’ibridazione della specie umana.

 

Benei Elohim: Perché non erano numerosi?

 

I Bene Elohim, pur essendo perfettamente sani e fertili, non erano inclini alla proliferazione numerica indiscriminata. La loro riproduzione era una fioritura controllata, dettata dall’armonia e dalla volontà, piuttosto che da un impulso biologico incontrollato. Questo in parte era anche dovuto al fatto che erano assolutamente monogami, come spiegò Gesù in Matteo 19, 5. Pertanto, pur essendo praticamente immortali, i Figli di Dio non si riproducevano con la stessa velocità degli figli degli uomini, anche perché privi della concupiscenza.

 

Benei Elohim: Bellezza ultraterrena

 

Benei Elohim: bellezza
È certo che ai nostro occhi la bellezza di una Figlia di Dio sarebbe paragonabile a quella di una vera e propria dea: una bellezza tanto elevata da lasciare sbigottito e spiazzato qualsiasi uomo. Anche Maria Santissima, che assunse un aspetto simile a quello delle figlie degli uomini, come emerge da alcune testimonianze storiche, era considerata la donna più bella del suo popolo. Questo viene anche confermato dalla totalità della mistica sulla figura di Maria

 

La bellezza dei Figli di Dio era tale da far credere nei comuni esseri umani che si trattasse di un dono preternaturale. In realtà i Benei Elohim avevano diversi doni preternaturali, che differivano in base alla loro vocazione o all’indole, ma soprattutto in base alla loro relazione con Dio Padre. Agli occhi degli uomini, tali doni divini, apparivano come qualcosa di paragonabile alla magia e rafforzava il loro timore nei confronti dei Figli di Dio.

 

Bene Elohim: Esseri immortali

 

I Bene Elohim erano anche immortali. Cioè, non conoscevano l’invecchiamento e il loro aspetto non mutava con il passare dei secoli. Erano concepiti per vivere per tempi davvero lunghissimi. E potevano morire solo in modo violento. Nonostante avessero la possibilità di vivere per sempre sulla Terra, essi prima o poi maturavano il desiderio di tornare nella realtà ultraterrena. Avveniva, così, quella che noi cattolici chiamiamo la «dormizione»: lo stesso fenomeno che accadde a Maria Santissima. Questo desiderio di tornare a Dio Padre era dovuto alla loro natura divina: tutti i Figli di Dio erano generati e non creati nello Spirito, della stessa sostanza del Padre, anche se la loro unione ipostatica non era paragonabile a quella di Gesù Cristo.

 

Concupiscenza, progresso e la battaglia per la purezza

 

Nella Bibbia (in particolare in Genesi 3, 24), il Cherubino (come sinonimo di Angelo) viene armato di una spada fiammeggiante e posto a guardia dell’accesso all’Albero della Vita. L’Albero della Vita era la Santa Stirpe di Set, che dopo la caduta richiedeva di essere difesa. L’Albero puro e incontaminato era il più nobile simbolo per i Benei Elohim

 

I Figli di Dio, nella loro condizione di perfetta integrità, erano totalmente estranei alla concupiscenza. Non conoscevano l’inquietudine, la frammentazione del desiderio, né l’insoddisfazione intrinseca che spinge la stirpe corrotta alla ricerca di surrogati. Per questa ragione, i Benei Elohim non avevano alcun bisogno intrinseco di “progresso” come lo intendiamo noi. Il progresso tecnologico, nella sua accezione moderna, è la risposta disperata e incessante ai bisogni creati dalla concupiscenza:

  • Ricerca di piacere effimero: tecnologie per la stimolazione sensoriale, o per ottenere un completo benessere come quello dei Figli di Dio sono un vano tentativo di riprodurre una condizione psicofisica anni luce distante dalle nostre esperienze.
  • Dominio sull‘ambiente: per compensare le nostre debolezze fisiche e le carenze dei nostri sensi.
  • Accumulo di potere e ricchezza: per placare l’insicurezza e la brama di controllo.
  • Prolungamento della vita: metodi per curare i tanti mali fisici e per sfuggire alla paura della morte in un’esistenza priva di senso.
  • La guerra e il conflitto: espressione ultima della competizione, della prevaricazione e dell’aggressività.

I Figli di Dio erano al di sopra di tali pulsioni e/o debolezze. La loro conoscenza era intrinseca, la loro armonia con il creato perfetta. Le loro “creazioni” non nascevano da un senso di mancanza o dal bisogno di compensazione, ma da una pura e gioiosa espressione della loro creatività divina.

 

Tuttavia, con l’incalzante proliferazione e l‘aggressività dei Cainiti, la situazione si capovolse. Sotto la pressione di una stirpe dedita alla violenza e al dominio, i Benei Elohim furono costretti a un’amara necessità. Ovvero, sviluppare le proprie tecnologie. Non per un impeto creativo o per la ricerca di un “miglioramento” della loro già perfetta esistenza, ma per pura difesa e sopravvivenza. Le loro innovazioni divennero strumenti di guerra, scudi contro un mondo in rapida degenerazione che minacciava di annientare la loro stirpe.

 

La doppia faccia dell’Integrità: Empatia e Odio Assoluto

 

Esseri Divini fatti per amare e per difendere l’Albero della Vita: la Santa Stirpe di Set, che si trasfrormarono nell’incarnazione dell’odio. Per molte tradizioni, come quella della Chiesa Etiope, la Caduta Angelica culmina nel dramma di Genesi 6, descritta con più dettagli nel Libro di Enoch

 

L‘estrema mitezza e l‘elevata empatia dei Figli di Dio non devono essere interpretate come passività o incapacità di agire. Al contrario, la loro perfezione emotiva e spirituale rendeva i loro legami straordinariamente forti e puri. Questa stessa integrità, tuttavia, implicava la capacità di provare un odio infinitamente più profondo, lucido e radicale di quello dei comuni esseri umani. Essendo la loro morale assoluta, anche la reazione alla sua violazione era assoluta. Come esseri divini e uomini perfetti, l’orrore che provavano di fronte alla corruzione caotica che dilagava tra gli ibridi (“figli degli uomini”) e la minaccia alla Stirpe Pura di Set non era una semplice ripugnanza, ma una reazione ontologica e necessaria che culminava in una furia giustificata.

 

La nascita dei Nephilim

 

Fu proprio questa combinazione di amore perfetto (verso i propri simili) e un odio profondo e giustificato (verso il Male) a dettare le azioni abominevoli descritte in Genesi 6. Non una caduta morale o una lussuria, ma una decisione estrema. Una decisione presa da esseri di perfezione assoluta, per salvare la propria integrità e la purezza del creato. Essi, in maniera lucida e spietata, tentarono di creare degli esseri che fossero in grado di servirli e aiutarli a combattere il dilagare della stirpe di Caino. Ma così facendo nacquero i Nephilim, come narrato nel libro di Enoch e spiegato nell’articolo: “Cosa c’è di vero nei Nephilim del libro di Enoch?” Questi Giganti si rivelarono ben peggiori di qualsiasi altra minaccia e contribuirono fortemente, come narrano le varie gigantomachie, all’estinzione sul piano terreno dei Benei Elohim.

 

Conclusione

 

Caino fu generato con Lilith per un atto di superbia di Adamo. La nefasta unione tra la Santa Stirpe di Set e quella bestiale di Caino porterà, milioni di anni dopo, all’estinzione della prima. Mentre la seconda prosperò fin quando non comparve una stirpe “recuperabile” sul piano psicofisico e spirituale. Quella stirpe è detta “Homo sapiens” e oggi noi tutti abbiamo parte dei geni di Caino e parte di quelli dei Figli di Dio. Il Cristianesimo ha come scopo quello di riportare l‘umanità alla condizione spirituale e biologica dei Benei Elohim. E fin quando questo non sarà chiaro a tutto il mondo, l’umanità potrà ambire al massimo ad una condizione adottiva: “figli adottivi di Dio”, quando invece Gesù Cristo ci chiama a divenire Figli di Dio a tutti gli effetti:

 

[…] e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. ~ Luca 20, 36

Tags: BibbiaDivinitàElohimFigli di DioGenesi BiblicaibridazioneSacra Scrittura
Alex Pac

Alex Pac

Affascinato dalle storie di Arda, ho cercato di capire perché Tolkien sostenesse che a essere immaginario è solo il tempo in cui sono ambientati i suoi racconti. Ho così iniziato un cammino che mi ha portato ad amare quel senso profondo della realtà che si può sintetizzare con il Viaggio dell'Eroe, di cui la Storia delle storie è per me la massima espressione. Dunque, mi occupo di sceneggiatura, spiritualità e narrativa! ;)

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