Il concetto di ibrido della nell’Enciclopedia Treccani l’ibrido viene così definito:
ìbrido agg. e s. m. [dal lat. hybrĭda «bastardo», di etimo incerto]. – 1. In biologia: a. Per lo più come s. m., individuo animale o vegetale proveniente da un incrocio di genitori appartenenti a razze o varietà diverse (i. interrazziale), a generi diversi (i. intergenerico), o a specie diverse (i. interspecifico); gli ibridi interspecifici possono comparire in natura o essere ottenuti sperimentalmente, e, nel caso di animali, sono quasi sempre sterili (per es., il mulo) in quanto hanno corredi cromosomici provenienti da genitori di specie diverse (asino e cavalla) e quindi al momento della formazione dei gameti non avviene il processo fondamentale dell’appaiamento dei cromosomi omologhi. Nelle piante, invece, sia gli ibridi intergenerici sia gli ibridi interspecifici sono per lo più fertili.
L’ibridazione costituisce un elemento importante all’interno dell’argomento più vasto dell’evoluzione e dell’origine della vita. La possibilità che diversi essere viventi a diversi livelli possano incrociarsi fra loro è alla base di alcuni fenomeni di speciazione, ossia di comparsa di specie nuove e diverse e quindi è uno dei possibili motori dell’evoluzione. Il concetto stesso di ibrido, però, non è facilmente definibile e si “incrocia” con altri concetti, ad esempio con il concetto di specie e la possibilità che determinati incroci siano fertili oppure non possano dare luogo a ulteriore progenie.
Pertanto, è bene chiarire in prima istanza sia il concetto di ibridazione, sia il concetto di specie, perlomeno nei limiti che l’attuale stato delle conoscenze consente. Permangono infatti diversità di vedute e aree ancora incerte. Ciò nonostante, è possibile in questo modo fare chiarezza su numerosi fraintendimenti che l’”opinione comune”, purtroppo, non manca di avere al riguardo.
Il concetto di “ibrido”
Non esiste un concetto assoluto e univoco di “ibrido”, si possono trovare diverse definizioni e diversi livelli di ibridazione.
Agli inizi della genetica gli esperimenti di Mendel introducono gli incroci tra due linee omozigote di piselli.
Negli eucarioti pluricellulari animali i genotipi sono genericamente definiti come diploidi. Ciò significa che ognuno di noi ha due copie di un gene, sottoforma di alleli. Gli alleli possono essere uguali o quantomeno molto simili, oppure diversi, ossia manifestare una diversa forma del carattere che governano.
Una rosa può avere diversi colori dei petali, ma non definiamo una rosa bianca con un nome di fiore diverso rispetto a una rosa rossa. Sono due rose e se le incrociamo possiamo ottenere rose di colori diversi, o uguali ai progenitori, ma con frequenze diverse. Un incrocio tra una rosa rossa e una bianca è un ibrido. Se il colore del fiore è regolato da un unico gene e da due alleli, l’incrocio è definito “monoibrido”. Se i caratteri che stiamo osservando sono due, regolati da 2 geni e 4 alleli, l’incrocio è definito diibrido, ad esempio un incrocio tra piselli con il seme di colore giallo o verde e l’aspetto del seme liscio o rugoso.
Non c’è nessuna ragione per aspettarsi che la discendenza di fiori di colore diverso produca una discendenza sterile, così come non c’è alcun ostacolo alla fertilità tra coppie di esseri umani con diversi colori degli occhi, dei capelli, della pelle. Più semplicemente un ibrido è un incrocio tra due individui che presentano uno o più caratteri diversi. Questo non ha niente a che fare con la sterilità.
Continua prossimamente…