L’ombra dei Giganti, parte 2: l’archeologia proibita

Archeologia e Giganti: quello che il mondo accademico vuole nascondere

Archeologia e Giganti

 

La storia ufficiale su “archeologia e Giganti” ci ha abituati a una narrazione lineare. Cioèuna progressione evolutiva graduale che non ammette salti oanomalieingombranti. Eppure, ogni leggenda universale, ogni tradizione scritta e orale, e persino i primi resoconti storici del Nuovo Mondo, ci parlano di un’era in cui gli uomini non erano i soli padroni. Parliamo, in questo caso, di archeologia e Giganti.

Ma dove sono le prove?

La risposta alla mancanza di prove, secondo le testimonianze di molti archeologi, risiede nel sistematico occultamento di reperti che sfidano la cronologia stabilita. E posso garantirvi che tra le mie conoscenze ho antropologi e archeologi affermati che mi hanno testimoniato di essere stati anche loro vittime di occultamenti dei reperti scomodi da loro scoperti. Alcuni, per evitare di perdere altri preziosi reperti, hanno tenuto nascosti i luoghi dove si sono imbattuti in ossa di esseri umani dicisamente più grandi del normale.

 

La Smithsonian e l’occultamento nel Wisconsin

 

Il caso degli scheletri scoperti in Wisconsin è la censura scientifica. Lo Smithsonian Institution, il custode della memoria storica americana, non è stato l’unico a partecipare alla grande congiura del silenzio, ma la sua figura è più emblematica. Se larcheologia ha sempre trovato i Giganti, chi e perché ha deciso di farli sparire dagli annali?

 

Gli accademici continuano ostinatamente a tacere su una razza perduta di giganti rinvenuta nel maggio 1912 in alcuni tumuli funerari nei pressi del lago Delavan, nel Wisconsin. Alcuni reperti finorono in un circo itinerante. Ma anche il cosiddetto “gigantismo patologico”, spesso usato per spiegare tali reperti, è dovuto allo sfasamento di due pool genici. Cioè, una conseguenza dell’ibridazione come abbiamo anche visto nel L’eterosi degli ibridi

 

Il cuore dell’occultamento risiede nelle scoperte fatte in un’area ricca di Tumuli a Effigie. I resoconti del XIX e primo XX secolo – spesso pubblicati su giornali locali e archivi — rivelano regolarmente il ritrovamento di scheletri dalle dimensioni anomale:

  • Esemplari alti oltre i due metri e mezzo.
  • Tratti fisici che non si adattavano all’antropologia conosciuta, come doppie file di denti o crani allungati (dolicocefalia).

L’esistenza di tali reperti non è una semplice anomalia statistica, ma la prova materiale dell’esistenza di una stirpe scomoda per le ricostruzioni storiche odierne. La loro scomparsa sistematica fu un atto di violenza storiografica.

 

L’Esempio Cruciale: I Giganti della Valle del Kanawha (Ohio Valley)

 

La doppia dentatura anomala, come nei Giganti della Valle del Kanawha, è la firma della Caduta, frutto di uno sfasamento di due pool genici. Il codice titanico dei Figli di Dio (Pool 1) ordina una dentatura completa, ma la stirpe corrotta (Pool 2) non la sostiene. Il corpo ibrido manifesta il conflitto con una sovrapposizione deforme. Persino i nostri denti del giudizio sono un sintomo tardivo: la prova che la nostra piccola mascella Homo Sapiens non può gestire il programma genetico di pienezza dentaria ereditato

 

Questo ritrovamento è emblematico perché fu uno degli scavi più documentati, ma il cui esito fu identico a quello del Wisconsin:

 

La Ripetizione dello Schema Protologico

 

Il caso del Kanawha Valley è perfetto per il tuo articolo perché dimostra la natura ciclica delloccultamento:

Questo materiale dimostra che l’esistenza dei Giganti era un dato di fatto confermato e poi negato dallo stesso ente che oggi nega la loro esistenza.

 

Il Gigante di Castelnau: La prova delegettima

 

Declassando la scoperta da “prova di una stirpe diversa” a “caso medico anomalo”, l’establishment accademico svuota il ritrovamento del suo significato protologico, e lo rende irrilevante per la storia umana generale. Ma allora perché farne sparire ogni prova di questo reperto?

 

 

Questo ritrovamento è fondamentale, perché possiede un’autorevolezza iniziale innegabile, seguita da un silenzio calcolato che rispecchia la strategia già vista a Smithsonian:

Altri reperti di archeologia e Giganti, fatti sparire dal mondo accademico

 

Al di là del discorso sui Giganti, reperti archeologici scomparsi, invalidati o semplicemente ignorati se ne potrebbero elencare a non finire. La lista è enorme. Ma dato che abbiamo deciso di affrontare seriamente la questione dei Giganti, torneremo ancora sull’argomento, anche con testimonianze più recenti dell’occultamento da parte del mondo accademico di reperti importanti. L’archeologo, lo scettico o lo studiso fedele al mondo accademico tende ad affermare che:

Se davvero fosse ritrovato un reperto così sensazionale nessun archeologo lo farebbe sparire.

Ma questa è ingenuuità o dinostà intellettuale, in quanto abbiamo casi di reperti archeologici senzazionali fatti sparire e poi ritrovati nei magazzini di un musero, come accadde spesso anche da noi in Sardegna.

 

Le statue spezzate e ricomposte (i Giganti di Mont’e Prama)

 

Le statue di Mont’e Prama, rinvenute a pezzi in Sardegna, misurano in media tra i 2 e i 2,5 metri, superando l’altezza media dell’epoca. Risalenti al X-VIII secolo a.C., il loro ritrovamento e in netto contrasto con il romanocentrismo. Le stutue in origine erao integre, ma furono fatte a pezzi per farle entare nelle case poi nascoste nel magazzino del museo di Cagliari

 

L’opposizione istituzionale alla memoria dei Giganti non è solo storia antica; è un fatto recente e tuttora in corso. Il caso delle Statue di Mont’e Prama è la prova vivente della volontà di far sparire interi reperti archeologici di grande rilevanza pur di mantenere la ricostruzione della storia così com’è stabilità dal pensiero dominante.

⚠️ Questo episodio dimostra che: la forza per distruggere il passato (antica damnatio memoriae) è la stessa forza che oggi tenta di occultare le prove (burocrazia accademica). Se qualcuno vi risponde che nessun archeologo nasconderebbe o distruggerebbe un reperto archeologico sensazionale, citegli questo caso eclatante come quello delle statue di Mont’e Prama, fatte a pezzi e nascoste nel Museo di Cagliari.

 

La censura religiosa: ll tabù dei Giganti a partire da Genesi 6

 

L’unica storia che il Cristianesimo deve affrontare pur essendoci un gigante è quella di Davide contro Golia. Golia era alto tre metri, ma nelle omelie e catechesi dedicate al combattimento di Davide e Golia, non si fa mai menzione del fatto che quest’ultimo era un Gigante in tutto e per tutto. Molti preti rispondono che “la statura di Golia non ha importaanza”, ma se così fosse non avrebbero paura nel citarne l’altezza

 

Loccultamento non è solo accademico; ha un potente alleato nella sfera religiosa, che non può accettare tesi che mettano in discussione la Dottrina ufficiale o l’esegesi consolidata nel corso dei secoli:

 

L’Irragionevolezza ingegneristica di Sacsayhuamán

 

Le porte d’ingresso e i gradini di Sacsayhuamán presentano una scala monumentale, con alzate e larghezze insolitamente grandi, funzionali a un passo più lungo. Gli spessori massicci dei muri creano passaggi che risultano sproporzionati rispetto all’ergonomia dell’Homo Sapiens. Questa architetturafuori scalasuggerisce un progetto pensato da e per esseri con unaltezza media decisamente superiore, confermando la tesi che furono costruiti da Giganti o uomini decisamente più alti dell’odierno Homo sapiens

 

Sacsayhuamán, in Perù (spesso attribuita erroneamente agli Inca), è la prova di “archeologia e Giganti” di una manodopera o tecnologia pre-umana che utilizzava la forza e la precisione geometrica in modo impossibile per i costruttori successivi. La sfida di Sacsayhuamán all’uomo odierno non risiede solo nel volume, ma nella combinazione di diversi fattori ingegneristici che, se replicati, richiederebbero risorse e tecnologie sproporzionate:

 

2. La Precisione Poligonale Anziché la Malta (Giunzioni Impossibili)

 

Sacsayhuamán era una fortezza inespugnabile, costruita per contenere quale nemico? Secondo buona parte della mitologia le Divinità dovettero vedersela con esseri Titanici: I Nephilim. Questi erano Giganti malvagi nati dall’ibridazione della specie umana – descritta in Genesi 6 – che potevano superare in altezza e forza anche il popolo divino

 

Altre ragioni per cui oggi non saremmo in grado di replicare una tale costruzione:

 

3. La tecnica antisismica (Conoscenza Scomoda)

 

 

Tiwanaku e Pumapunku: L’architettura anti-storia

 

Il mito più diffuso nel sito di Tiwanaku (di cui Pumapunku è parte) narra che il mondo fu creato proprio lì. Viracocha, la divinità creatrice andina, emerse dalle acque del Lago Titicaca e modellò l’umanità e la civiltà. Secondo i resoconti forniti ai primi conquistadores, Viracocha era descritto come una figura di alta statura e pelle chiara, con capigliatura e barba bionde o bianche e occhi azzurri.

 

I siti di Tiwanaku e Pumapunku, in Bolivia, portano questa prova al livello della fantascienza archeologica.

Ovviamente abbiamo citato solo tre casi distrutture archeologiche impossibili”, ma negli articoli a venire ne analizzeremo molti altri, dimostrando quanta disonestà ci sia nella ricostruzione “ufficiale” della storia dell’uomo

 

Conclusione: Archeologia e Giganti

 

Come promesso, abbiamo analizzato più nel dettaglio ciò che induce a credere molti studiosi che siano esistite delle popolazioni umane o pre-umane dalle dimensioni notevoli, più evolute sul piano ingegneristico, che hanno dominato il nostro mondo in un era remota, nonostante ancora oggi sia possibile troverne le tracce. L’argomento è vastissimo e ci sono molti altri reperti archeologici, altre testimonianze e gigantomache che andremmo a prendere in esame nei prossimi articoli.

 

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