Archeologia e Giganti
La storia ufficiale su “archeologia e Giganti” ci ha abituati a una narrazione lineare. Cioè, una progressione evolutiva graduale che non ammette salti o ‘anomalie‘ ingombranti. Eppure, ogni leggenda universale, ogni tradizione scritta e orale, e persino i primi resoconti storici del Nuovo Mondo, ci parlano di un’era in cui gli uomini non erano i soli padroni. Parliamo, in questo caso, di archeologia e Giganti.
Ma dove sono le prove?
La risposta alla mancanza di prove, secondo le testimonianze di molti archeologi, risiede nel sistematico occultamento di reperti che sfidano la cronologia stabilita. E posso garantirvi che tra le mie conoscenze ho antropologi e archeologi affermati che mi hanno testimoniato di essere stati anche loro vittime di occultamenti dei reperti scomodi da loro scoperti. Alcuni, per evitare di perdere altri preziosi reperti, hanno tenuto nascosti i luoghi dove si sono imbattuti in ossa di esseri umani dicisamente più grandi del normale.
La Smithsonian e l’occultamento nel Wisconsin
Il caso degli scheletri scoperti in Wisconsin è la censura scientifica. Lo Smithsonian Institution, il custode della memoria storica americana, non è stato l’unico a partecipare alla grande congiura del silenzio, ma la sua figura è più emblematica. Se l’archeologia ha sempre trovato i Giganti, chi e perché ha deciso di farli sparire dagli annali?
Il cuore dell’occultamento risiede nelle scoperte fatte in un’area ricca di Tumuli a Effigie. I resoconti del XIX e primo XX secolo – spesso pubblicati su giornali locali e archivi — rivelano regolarmente il ritrovamento di scheletri dalle dimensioni anomale:
- Esemplari alti oltre i due metri e mezzo.
- Tratti fisici che non si adattavano all’antropologia conosciuta, come doppie file di denti o crani allungati (dolicocefalia).
L’esistenza di tali reperti non è una semplice anomalia statistica, ma la prova materiale dell’esistenza di una stirpe scomoda per le ricostruzioni storiche odierne. La loro scomparsa sistematica fu un atto di violenza storiografica.
L’Esempio Cruciale: I Giganti della Valle del Kanawha (Ohio Valley)
Questo ritrovamento è emblematico perché fu uno degli scavi più documentati, ma il cui esito fu identico a quello del Wisconsin:
- Contesto e datazione: Lo scavo fu condotto nel 1883 dall’Ufficio di Etnologia dello Smithsonian stesso (il “nemico” istituzionale) nella Valle del Kanawha, West Virginia, sui celebri tumuli dei Mound Builders.
- La scoperta: Furono portati alla luce diversi scheletri, molti dei quali di dimensioni nettamente superiori alla media. Il rapporto descrive in particolare i resti di due individui: 1. Uno scheletro femminile di 7 piedi e 6 pollici (circa 2 metri e 30). 2. Uno scheletro maschile di quasi 8 piedi (circa 2 metri e 40).
- La prova dell’ibridazione (anomalia): L’elemento chiave, che si connette direttamente alle anomalie del Wisconsin e alla descrizione dei Giganti nel Libro di Enoch, era la presenza di una doppia fila di denti in almeno uno dei crani. Questo testimonia deformità da parte di due pool genici soprapposti.
La Ripetizione dello Schema Protologico
Il caso del Kanawha Valley è perfetto per il tuo articolo perché dimostra la natura ciclica dell‘occultamento:
- Identificazione: L’ente ufficiale (Smithsonian) identifica un reperto che non si adatta alla storia lineare (Giganti con anomalie genetiche).
- Cancellazione: I reperti vengono catalogati, spediti e, successivamente, spariscono o sono dichiarati non anomali negli archivi finali, proteggendo il dogma e la tirannia accademica.
Questo materiale dimostra che l’esistenza dei Giganti era un dato di fatto confermato e poi negato dallo stesso ente che oggi nega la loro esistenza.
Il Gigante di Castelnau: La prova delegettima
Questo ritrovamento è fondamentale, perché possiede un’autorevolezza iniziale innegabile, seguita da un silenzio calcolato che rispecchia la strategia già vista a Smithsonian:
- Il Ritrovamento Originale: Nel 1890, l’antropologo francese Georges Vacher de Lapouge scoprì dei frammenti ossei di proporzioni anomale (un omero, una tibia e la parte centrale di un femore) presso l’area cimiteriale dell’Età del Bronzo a Castelnau-le-Lez, in Francia.
- La Stima Titanica: De Lapouge, basandosi sulla dimensione dei frammenti, stimò che l’individuo a cui appartenevano dovesse essere alto circa 3,5 metri. Il ritrovamento fu considerato così significativo da essere immediatamente pubblicato nella prestigiosa rivista scientifica La Nature, Vol. 18, 1890.
- Lo Sminuimento Accademico (La tattica del silenzio): I frammenti furono inviati all’Accademia Francese delle Scienze. A differenza di un reperto ufficialmente distrutto (come si accusa per lo Smithsonian), il Gigante di Castelnau è stato semplicemente congelato. Ad oggi, non sono stati pubblicati studi moderni con revisione paritaria (peer-reviewed) sui frammenti ossei.
Altri reperti di archeologia e Giganti, fatti sparire dal mondo accademico
Al di là del discorso sui Giganti, reperti archeologici scomparsi, invalidati o semplicemente ignorati se ne potrebbero elencare a non finire. La lista è enorme. Ma dato che abbiamo deciso di affrontare seriamente la questione dei Giganti, torneremo ancora sull’argomento, anche con testimonianze più recenti dell’occultamento da parte del mondo accademico di reperti importanti. L’archeologo, lo scettico o lo studiso fedele al mondo accademico tende ad affermare che:
Se davvero fosse ritrovato un reperto così sensazionale nessun archeologo lo farebbe sparire.
Ma questa è ingenuuità o dinostà intellettuale, in quanto abbiamo casi di reperti archeologici senzazionali fatti sparire e poi ritrovati nei magazzini di un musero, come accadde spesso anche da noi in Sardegna.
Le statue spezzate e ricomposte (i Giganti di Mont’e Prama)
L’opposizione istituzionale alla memoria dei Giganti non è solo storia antica; è un fatto recente e tuttora in corso. Il caso delle Statue di Mont’e Prama è la prova vivente della volontà di far sparire interi reperti archeologici di grande rilevanza pur di mantenere la ricostruzione della storia così com’è stabilità dal pensiero dominante.
- I Giganti Spezzati: Le statue nuragiche, scoperte a Mont’e Prama (Sardegna), rappresentano una civiltà di guerrieri e pugili di dimensioni imponenti. L’aspetto più rivelatore: furono ritrovate intenzionalmente spezzate in migliaia di frammenti, nascoste nei magazzini del Museo di Cagliari.
- L’atto di occultamento: fu atto di damnatio memoriae (cancellazione della memoria) perpetrato per distruggere dei reperti scomodi che mettevano seriamente in crisi la versione della storia basata sul romanocentrismo.
- Romanocentrismo: Nell’archeologico è la tendenza accademica e museale a interpretare e valorizzare ogni ritrovamento pre-romano, specialmente in Italia e nel Mediterraneo, esclusivamente in funzione della successiva dominazione romana. Questa prospettiva distorta svaluta e oscura le civiltà precedenti e non lineari, come quella ciclopica dei Giganti della civiltà nuragica, in favore di una storia unica e progressiva imposta dall’Impero. Se i reperti smontano la tesi, vengono semlicemente ignorati o fatti sparire.
- La verità che resiste: Il colpo di scena moderno che rivela l’occultamento è il tentativo di far sparire o declassare i frammenti nell’era contemporanea. Solo grazie all’insistenza e al lavoro di studenti e ricercatori esterni ai canali accademici che impongono la “storia lineare” – la vera resistenza intellettuale – le statue sono state meticolosamente ricomposte.
⚠️ Questo episodio dimostra che: la forza per distruggere il passato (antica damnatio memoriae) è la stessa forza che oggi tenta di occultare le prove (burocrazia accademica). Se qualcuno vi risponde che nessun archeologo nasconderebbe o distruggerebbe un reperto archeologico sensazionale, citegli questo caso eclatante come quello delle statue di Mont’e Prama, fatte a pezzi e nascoste nel Museo di Cagliari.
La censura religiosa: ll tabù dei Giganti a partire da Genesi 6
L‘occultamento non è solo accademico; ha un potente alleato nella sfera religiosa, che non può accettare tesi che mettano in discussione la Dottrina ufficiale o l’esegesi consolidata nel corso dei secoli:
- L‘esigenza apologetica: La Chiesa ufficiale, intrappolata in un approccio apologetico e morale, non può ammettere l’esistenza di una stirpe titanica ibrida (i Nephilim/Figli degli Uomini/la Stirpe di Caino), perché ciò distruggerebbe la narrativa di un’unica creazione di Adamo e di un peccato originale puramente morale.
- La paura di una protologia diversa: Ammettere l’esisteza dei Giganti, menzionati più e più volte nella Bibbia, equivarrebbe a non allinearsi alla storia lineare del mondo accademico. La Chiesa cattolica, anche se la cosa può sembrarvi strana… non ama andare controcorrente! Perché rischierebbe di mettersi in opposizione all’ideologia del mondo accademico, “perdendo consenso”. Per questo motivo non sentirete mai parlare di argomenti scomodi o tabù nella Liturgia e nella omelie. Oltre Genesi 6, altri possibili possibili passi tabù sono i seguenti:
- Numeri 13:33
- Deuteronomio 2:10-11
- Deuteronomio 3:11
- 1 Samuele 17:4
- 2 Samuele 21:16-22
- Sapienza 14:6
L’Irragionevolezza ingegneristica di Sacsayhuamán
Sacsayhuamán, in Perù (spesso attribuita erroneamente agli Inca), è la prova di “archeologia e Giganti” di una manodopera o tecnologia pre-umana che utilizzava la forza e la precisione geometrica in modo impossibile per i costruttori successivi. La sfida di Sacsayhuamán all’uomo odierno non risiede solo nel volume, ma nella combinazione di diversi fattori ingegneristici che, se replicati, richiederebbero risorse e tecnologie sproporzionate:
- Il Problema: I blocchi più grandi della fortezza pesano tra le 100 e le 150 tonnellate (equivalenti a circa 30-40 elefanti adulti).
- L’impossibilità odierna: Per muovere un blocco di 150 tonnellate con la tecnologia odierna (su una pendenza di 45 gradi, come richiesto in alcune sezioni), sono necessari gru idrauliche pesanti o un’ingegneria complessa di pulegge e binari. I blocchi provenivano da cave distanti diversi chilometri. Sebbene potremmo tecnicamente farlo oggi, non potremmo farlo con la stessa rapidità ed efficacia dei costruttori, e soprattutto non senza lasciare evidenti tracce di un cantiere moderno.
- La tesi della mitologia: La facilità e la scala della costruzione suggeriscono una tecnologia che negava la gravità o manipolava la materia che l’uomo della nostra era ha completamente perduto. Secondo i miti, i costruttori erano gli Auki, considerati gli antenati primordiali della stirpe locale. Spesso descritti come esseri di una scala e potenza superiori rispetto all’uomo comune, sia per dimensioni che per poteri.
2. La Precisione Poligonale Anziché la Malta (Giunzioni Impossibili)
Altre ragioni per cui oggi non saremmo in grado di replicare una tale costruzione:
- Il problema: I blocchi di forma irregolare e poligonale (non semplici mattoni rettangolari) sono tagliati e incastrati con una tolleranza prossima allo zero: non passa un foglio di carta tra le giunture, anche sui massi da 100 tonnellate.
- L’Impossibilità odierna: Replicare questa precisione su pietre di forma così complessa e su tale scala richiederebbe taglio laser o macchinari a controllo numerico (CNC), operando su rocce dure come la diorite. Se usassimo strumenti manuali (come si assume per gli Inca), l’errore si accumulerebbe, rendendo l’incastro perfetto statisticamente impossibile.
- Quello che non si vuole ammettere: La precisione non è artigianale, ma geometrica e perfetta, indice di una mentalità o di uno strumento che poteva analizzare e tagliare la roccia come fosse burro. Ammettere l’evidenza equiavale ad affermare che in passato è esistita una stirpe che ci supera enormente sul piano ingengneristico. Inolre, essendo strutture concepite per uomini decisamente più alti dell’Homo sapiens, le implicazioni sui Giganti sarebbero qualcosa che non potremmo più ignorare.
3. La tecnica antisismica (Conoscenza Scomoda)
- Il Problema: Sacsayhuamán ha resistito a innumerevoli terremoti, mentre le costruzioni coloniali spagnole erette sopra le sue fondamenta sono crollate. Le mura sono state progettate per “danzare” durante un sisma.
- L’impossibilità odierna: L’ingegneria antisismica moderna è sofisticata, ma i costruttori di Sacsayhuamán hanno creato un sistema passivo e massivo che assorbe l’energia. Questo rivela una conoscenza della geologia e della dinamica delle forze di gran lunga superiore a quella che si presume avesse una “civiltà primitiva”.
Tiwanaku e Pumapunku: L’architettura anti-storia
I siti di Tiwanaku e Pumapunku, in Bolivia, portano questa prova al livello della fantascienza archeologica.
- Il materiale impossibile: Qui, non si tratta solo di dimensioni, ma di una lavorazione su pietre dure (come la diorite) con una precisione millimetrica. I celebri blocchi a H di Puma Punku mostrano fori, scanalature e incastri che replicano la precisione di una macchina utensile moderna.
- La critica al paradigma: Il sistema ufficiale attribuisce queste opere a popolazioni primitive dotate solo di strumenti in pietra. Questa è la tirannia della storia lineare applicata: si preferisce l’assurdo all’ammissione dell’esistenza di una civiltà tecnologicamente avanzata e pre-umana, coerente con la presenza dei Giganti.
Ovviamente abbiamo citato solo tre casi di “strutture archeologiche impossibili”, ma negli articoli a venire ne analizzeremo molti altri, dimostrando quanta disonestà ci sia nella ricostruzione “ufficiale” della storia dell’uomo
Conclusione: Archeologia e Giganti
Come promesso, abbiamo analizzato più nel dettaglio ciò che induce a credere molti studiosi che siano esistite delle popolazioni umane o pre-umane dalle dimensioni notevoli, più evolute sul piano ingegneristico, che hanno dominato il nostro mondo in un era remota, nonostante ancora oggi sia possibile troverne le tracce. L’argomento è vastissimo e ci sono molti altri reperti archeologici, altre testimonianze e gigantomache che andremmo a prendere in esame nei prossimi articoli.
