L’esistenza di Adamo, il primo essere umano, dal punto di vista storico, ovviamente non può essere del tutto dimostrata. Ma per quanto riguarda l’aspetto religioso, nella fede cristiana e nelle altre tradizioni religiose abramatiche, tale figura è fondamentale per tutto lo sviluppo narrativo della Redenzione. Perché senza l’errore di Adamo e il peccato originale da lui commesso, la storia umana sarebbe non discendente ma ascendente. L’uomo senza il peccato di Adamo sarebbe ben diverso da quello odierno. Si tratta, pertanto, di una figura importante che non può essere ridotta solamente ad un archetipo narrativo dei racconti protologici. Ma vediamo insieme per quali ragioni non è possibile non credere nella figura di Adamo rispetto tutto ciò che riguarda la Storia della Salvezza.
Quello che sostiene la Chiesa cattolica
Ovviamente, all‘interno della Chiesa coesistono innumerevoli punti di vista diversi riguardo l’interpretazione dei primi tre capitoli della Genesi mosaica. Ma a noi deve interessarci solo ciò che è autorevole: il Magistero della Chiesa cattolica. Pertanto, prendiamo subito in esame ciò che scrisse Pio XII riguardo il tema del monogenismo:
[…] I fedeli non possono abbracciare quell’opinione [il poligenismo] i cui assertori insegnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra veri uomini che non hanno avuto origine, per generazione naturale, dal medesimo come da progenitore di tutti gli uomini, oppure che Adamo rappresenta l’insieme di molti progenitori; non appare in nessun modo come queste affermazioni si possano accordare con quanto le fonti della Rivelazione e gli atti del Magistero della Chiesa ci insegnano circa il peccato originale, che proviene da un peccato veramente commesso da Adamo individualmente e personalmente, e che, trasmesso a tutti per generazione, è inerente in ciascun uomo come suo proprio. ~ Humani generis, 1950
Il valore storico di Adamo
La Chiesa da sempre ha creduto nell’esistenza di Adamo, quale personaggio reale e, quindi, ‘storico’. E nelle tragiche conseguenze del pecccato originale da lui commesso, in tutta la stirpe umana. Un momento importante in cui si affermerò con forza il monogenismo e l‘esistenza di Adamo quale capostipite dell‘umanità e unico responsabile del peccato originale sarà nel Concilio di Trento (Concilio di Trento, sessione V, decreto sul peccato originale, canone 1, pag. 9). Il Conlio di Trento riaffermò con forza la Dottrina cattolica riguardo i primi capitoli della Genesi per rispondere alla Riforma protestante. Lutero, infatti, aveva basato molte delle sue interpretazioni della Sacra Scrittura su una concezione del peccato origiale assai diversa. Secondo Lutero il peccato originale ha compromesso del tutto la natura umana. E gli uomini sono incapaci di raggiungere la santità e possono salvarsi solo per mezzo della “fede”…
Ancora oggi, la fede cattolica insegna che Adamo è realmente esistito
Nonostante l’immensa confusione, tra teologi ed esegeti, riguardo i primi tre capitoli della Genesi, il Magistero non cambia e non ha mai proposto qualcosa di diverso dal monogenismo. Tanto per citare un altro documento importante del Magistero riguardo tale tematica, consigliamo la lettura Sul carattere storico dei primi tre capitoli della Genesi. La Pontifica Commisione Biblica del 1909 realizzò un testo di facile compresensione per permettere ai fedeli di non cadere in interpretazioni erronee su ciò che concerne i primi tre capitoli della Genesi mosaica. Interessante è questa parte del testo:
Domanda:
Si può mettere in dubbio […] la creazione di tutte le cose operata da Dio all’inizio del tempo; la particolare creazione dell’uomo; la formazione della prima donna dal primo uomo; l’unità del genere umano; la felicità originale dei progenitori nello stato di giustizia, integrità e immortalità; l’ordine dato da Dio all’uomo per mettere alla prova la sua obbedienza; la trasgressione dell’ordine divino per istigazione del diavolo sotto l’apparenza di un serpente; la perdita dei progenitori di quel primitivo stato d’innocenza; e la promessa di un Redentore futuro?
Risposta:
No!
Una risosta netta, che dissipa ogni dubbio in coloro che mantegono un minimo di onestà intellettuale su ciò che realmente propone la Chiesa cattolica.
L’importanza di credere che Adamo è realmente esistito
Naturalmente da parte nostra non ne facciamo una questione di pricipio o, peggio ancora, di fideismo. Semplicemente, essendo Gesù il «Nuovo Adamo», come spiegò bene Paolo di Tarso, la Storia della Salvezza si basa su di una premessa – quella del peccato di Adamo – che se ritrattata annulla il ruolo messianico di Gesù Cristo. Gesù è il «Nuovo Adamo», in quanto ripara al peccato del capostipite, dando inizio alla guarione della nostra natura umana ferita dalle conseguenze peccato d‘origine. Natura in principio creata perfetta, che scompare con la Santa Stirpe di Set. In quest’ottica, l‘Eucaristia appare più importante che mai! Perché ci offre in dono la natura di Cristo, in quanto la nostra “carne” è ferita e bisognosa di essere redenta. Il corpo e il sangue di Cristo devono sostituirsi alla nostra natura umana devastata dal peccato di Adamo.
Come capire che Adamo è realmente esistito?
Cera una volta Adamo…
Il problema con le interpretazioni dei primi capitoli della Genesi mosaica riguardano principalmente tanti teologi e studiosi dei temi protologici, del tutto incapaci di concretizzare i singoli elementi che compongono il racconto della creazione e caduta di Adamo. In realtà, per coloro che si intedono, almeno un po’, di narrativa, il discorso è assai meno complicato di quello che sembra. Infatti, basta ricorrere ai cosiddetti “punti irrinunciabili” della storia, necessari per raccontare o esporre qualsiasi cosa sia nell’ambito del giornalismo che della narrativa.
La regola delle 5W:
« Chi? »
Chi era Adamo?
Adamo, il protagonista dei primi capitoli della Genesi mosaica. Ma cos’era Adamo? Un figlio di Dio, il primo a manifestarsi nell’immanente.
« Che cosa? »
Ovvero, cos’era Adamo all’inizio della sua esistenza?
Un uovo? Una gallina? Un adulto? Un bambino? Un neonato? Un feto? Beh, più in principio… una cellula! Il soggetto è lo zigote di Adamo, essendo ogni essere umano completo nella sua storia solo se si sviluppa a partire dall’unione del gamete maschile con il gamete femminile fino al pieno sviluppo nell’età adulta.
Facciamo un esempio: Gesù poteva privarsi dell’infanzia e materializzarsi direttamente davanti al Sinedrio bell’e adulto, vestito da re di Israele, nel 33 d.C., proclamandosi il Messia. Invece si calò nell’immanente nell’unico modo possibile che Dio ha previsto per noi tutti: nascere da un grembo. Pertanto, Dio Padre creò personalmente 23 cromosomi di Gesù, gli altri 23 provenivano da Maria – nata per questo senza il peccato originale. Maria è realmente Madre di Dio, Madre del Salvatore, perché ha con Gesù un legame genetico. Adesso viene il difficile… perché per Adamo, essendo il primo uomo, non poteva esserci questo legame di parentela con la creatura che lo portò in grembo. Quest’ultima, per forza di cose, era simile all’uomo per somiglianza genetica, ma del tutto animale (Dio, perché infinitamente buono, non crea subumani!). Se ne evince che dovevano essere creati 46 cromosomi direttamente dal Padre, senza alcuno scambio di informazioni genetiche, perché l’uomo fu creato perfetto (Gen 1: 27). D’altra parte il dogma della creazione dal nulla ci aiuta a scegliere quest’unica possibilità logica.
[…] plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. ~ Genesi 2, 7
Il vero problema è che tuttora molti potrebbero trovare inaccettabile la possibilità che Adamo si sia sviluppato nel grembo di una creatura non umana. Il testo riporta che Dio creò l’uomo dalla terra (Gen 2: 7), l’immagine allegorica offerta dalla Scrittura si riferisce, probabilmente, proprio al principio secondo cui Dio fa uso di quello che già esiste in natura per creare cose nuove, perché permaneva la necessità che Adamo dovesse svilupparsi come qualsiasi altro essere vivente, pur non avendo alcun legame con altre specie già esistenti. E la filogenesi, come dato di fatto, a questo porta.
Dio: Padre e Madre
Nell’Angelus domini, Domenica, 10 settembre 1978, così si epresse Giovanni Paolo I riguardo la peternità e maternità di Dio per i Figli di Dio a partire da Adamo:
Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. È papà; più ancora è madre. Non vuol farci del male; vuol farci solo del bene, a tutti. I figlioli, se per caso sono malati, hanno un titolo di più per essere amati dalla mamma.
Per questo motivo, avendo creato sia il gamete maschile che quello femminile, Dio è Padre e Madre di Adamo. E non è, per quanto mi riguarda, possibile offrire nessun’altra spiegazione diversa, altrimenti non avrebbe senso affermare che Adamo fu realmente figlio di Dio.
« Quando? »
Senz’altro non seimila anni fa! XD Come invece sostengono alcuni fondamentalisti della Sacre Scritture. Sappiamo che la creazione di Adamo potrebbe essere avvenuta centinaia di migliaia di anni fa o, addirittura, diversi milioni di anni fa. Dunque, diciamo…
tanto, tanto tempo fa.
« Dove? »
Nel luogo dove ha inizio la vita…
Lo abbiamo già detto: in un grembo capace di accogliere lo zigote di Adamo, di portare a compimento la gestazione del feto senza che le differenze genetiche tra l’Uomo perfetto e la madre in affitto potessero essere tali da provocare un aborto spontaneo. Il luogo non è, come ingenuamente si pensa, il giardino incontaminato raffigurato da duemila anni di arte cristiana. Ma la condizione in cui si trovava il genere umano prima della propagazione del peccato originale che ferì e inquinò la natura dell’uomo, provocando una serie di debolezze e istintualità contrarie allo Spirito (Gal 5, 17).
È un peccato da noi «contratto», non «commesso»; è una condizione di nascita, e non un atto personale. A motivo dell’unità di origine di tutti gli uomini, esso si trasmette ai discendenti di Adamo con la natura umana, «non per imitazione, ma per propagazione». Questa trasmissione rimane un mistero che non possiamo comprendere appieno. ~ Catechismo della Chiesa Cattolica Compendio, 76
Il nostro DNA, è il luogo dove è determinata la nostra natura
Nonostante Papa Francesco sia tutto tranne che un sostenitore del monogenismo e/ dell’ibridazione della specie umana, durante l’Omelia della Messa di Pentecoste del 2016 affermò qualcosa che può benissimo risolvere la questione sul peccato originale:
[…] a tutto questo si oppone la condizione di figli, che è la nostra vocazione originaria, è ciò per cui siamo fatti, il nostro più profondo DNA, che però è stato rovinato e per essere ripristinato ha richiesto il sacrificio del Figlio Unigenito.
Perché
[…] Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. ~ Giovanni 17, 21
Quest’ultima risposta ci fa comprendere l’amore di Dio. Infatti, tutto il creato esiste per l‘amore che Dio Padre ha per i Suoi Figli. La Terra fu donata da Dio ad Adamo e agli altri Figli di Dio. L’immanente fu il “perché” della storia di Adamo: a partire da Adamo, ogni Figlio di Dio avrebbe dovuto sperimentare il creato, facendone parte. Imparare ad agire per amore anche quando tutto avrebbe portato a fare il contrario. Questa è la cosiddetta “prova” che alcuni Figli di Dio, come quelli menzionati in Genesi 6, 1-5, non superarono.