Argomento da me affrontato già in diversi articoli, che spinge a chiederci fin da subito: Gesù è esistito davvero? La risposta è sì, ovviamente. Gesù storico non può essere messo in discussione. Eppure molti proprio non riescono ad accettare la cosa, nonostante l’esistenza di Gesù sia piuttosto ben documentata.
Può un personaggio nato da una vergine, taumaturgo, esorcista, capace di controllare gli elementi della natura, definitosi Figlio di Dio, morto e risorto, essere storicamente attendibile?
Il Gesù dei Vangeli non è più logico pensare che si tratti di un mito creato ad arte dai primi cristiani? Questa e molte altre strampalate… ipotesi negazioniste, che negano il Gesù storico, sono solo alcuni dei tanti tentativi di mettere in discussione la veridicità del personaggio storico più importante di questi ultimi duemila anni. E tutti questi “negazionismi” hanno la medesima premessa di fondo che esporrò più avanti.
Il negazionismo della Bibbia, per negare Gesù storico
La negazione di Gesù storico, alcuni episodi o personaggi biblici è molto forte nella cosiddetta esegesi odierna. Dunque, c’è chi si chiede se Abramo sia solo un archetipo narrativo o un’allegoria sull’uomo di fede che deve affidarsi a Dio, rinunciando ai propri idoli. E, come per la maggior parte dei racconti, esistono vari livelli di lettura; e sì, volendo Abramo può essere considerato un archetipo ben preciso. Tuttavia, c’è un rischio di fondo nel vedere “archetipi narrativi” come ragioni ultime che giustifichino la credenza in personaggi associati al reale, siano essi pseudo-storici, mitici o leggendari.
Come scrissi in “Gesù è storicamente inverosimile?“, un altro rischio è quello di credere, ad esempio, che sì, Abramo potrebbe essere esistito, ma essendo stato sostanzialmente un tipico capo tribù interessato ad avere un erede, la sua storia potrebbe non essere affatto frutto della Provvidenza o di una volontà divina. In fondo l’esigenza di avere un legittimo erede è un modo come un altro per assicurare il proprio possesso sui beni materiali conquistati con fatica. Un bisogno ancestrale: l’illusione dell’immortalità attraverso una discendenza. Si potrebbe, nella stessa prospettiva, dire che Carlo Magno non fu mai veramente cristiano, ma solo furbo nello scegliere un cristianesimo da difendere, che l’allunaggio sia mito o una riproposizione del racconto mitologico di Babele o addirittura di Prometeo con un finale però “gnostico”, che Darwin è raffigurato con la barba come riferimento al Dio Padre dell’iconografia cristiana, eccetera. Magari non adesso, ma tra svariati millenni, senza determinati dati a disposizione, si potrebbero sostenere stupidaggini del genere.
Il rifiuto del soprannaturale
Il vero motivo che spinge molti a mettere in discussione il Gesù storico, in realtà, è l’elemento “soprannaturale” molto presente nella storia narrata dai quattro Vangeli. E nel resto del Nuovo Testamento. L’esistenza del soprannaturale è incompatibile con l’ideologia imperante: il materialismo. Pertanto, tale elemento viene spesso codificato secondo le sovrastrutture mentali del lettore: miracoli, paranormale, preternaturale, fatti improbabili e astrusamente concatenati dalla Provvidenza o dal caso. Ma l’onestà intellettuale prevede un mix di tutte queste possibili cose. Oltretutto, è bene sottolinearlo, non possiamo dimenticarci personaggi storici quasi contemporanei come Pio da Pietrelcina, che di miracoli ne fecero a non finire, quasi come Gesù di Nazareth. Infatti, i grandi santi del secolo scorso, se hanno compiuto qualche miracolo di troppo, vengono mistificati o ridimensionati anche se tutt’ora vantano numerosi testimoni ancora in vita. Addirittura miracoli presenti in episodi storici di grande portata come il miracolo del sole, avvenuto durante l’ultima apparizione della Madonna di Fatima, nel 1917, con i suoi sessantamila testimoni, sono trattati come tabù ideologici. Pertanto è altamente probabile che tra qualche secolo verranno considerati poco più che leggende o deliri di massa. In alternativa si cerca di ridurre il fenomeno a qualcos’altro, tra UFO e fenomeni atmosferici inspiegabili o, addirittura, astronomici degni di un B movie di fantascienza.
I paradossi dell’incredulità
Quando riporto per diletto letterario le leggende di san Patrizio, colme di paradossi e situazioni surreali, voglio dare per scontato che potrebbero essere vere in gran sostanza. Questo le rende più interessanti e divertenti di un romanzo, in quanto la sospensione dell’incredulità ne risulta amplificata. Molte persone trovano meno interessanti le storie con elementi soprannaturali per tale ragione: non riescono a vedere al di là del loro naso. Le numerose discussioni sulla storicità dei pilastri delle religioni abramitiche (Adamo, Noè, Abramo, Giacobbe, Mosè) risultano meno interessanti per la difficoltà di accettare che gli archetipi narrativi quasi sempre nascondono personaggi reali e, pertanto, plausibili se si accetta una visione della realtà non per forza mediocre (o materialista). Il problema di fondo è sempre il medesimo: la mediocrità dello scettico o la superficialità del credulone. Poi le terminologie fanno capire che il limite è spesso aggirato da capziosità: Draghi? No! Dinosauri? Sì, ovvio! Kraken? No! Architeuthis princeps? Sì, certo! La differenza dov’è? Boh, non saprei.
Pertanto, Gesù storico inverosimile? No, ovviamente! Ma per alcuni non sono esistono nemmeno i dinosauri… per altri il Kraken ancora non esiste…
Altro dettaglio: non credendo più nella storia si diventa amanti esclusivamente del fantastico. Una volta se un racconto non era “vero” (Bibbia, Omero, Dante) risultava noioso. Dante Alighieri credeva nei novissimi, altrimenti la “Divina Commedia” nemmeno l’avrebbe scritta. Se non ci credi davvero non puoi raccontarlo, non ne sei all’altezza.
L’uomo dimentica la storia ~ un dato di fatto
“L’uomo dimentica. Si dice che ciò sia opera del tempo; ma troppe cose buone, e troppe ardue opere, si vogliono attribuire al tempo, cioè a un essere che non esiste. No: quella dimenticanza non è opera del tempo; è opera nostra, che vogliamo dimenticare e dimentichiamo.” ~ (Benedetto Croce, Frammenti di etica, 1922.)
Un altro problema legato alla necessità della storicità è la sua limitatezza: oggi viviamo nell’illusione che il metodo storico-critico possa perdurare in eterno. Invece basta perdere una delle fonti primarie per trasformare un personaggio storico come Napoleone Bonaparte in una figura leggendaria. Tra centomila anni si potrà ancora parlare di Gesù partendo da una memoria storica? No, perché il problema dell’uomo che non impara dagli errori e non ricorda il suo passato, o come disse Benedetto Croce:
Quella dimenticanza [della storia] non è opera del tempo; è opera nostra.
Un problema psicofisico della nostra specie. Sì, perché nemmeno un vampiro immortale dei romanzi di Anna Rice ricorderebbe ogni esperienza vissuta a una distanza di tempo così grande. Allora, se le cose stanno così, perché la realtà è fatta in questo modo? Nichilismo a parte, la risposta prevede l’antropologia cristiana: l’uomo è composto di una realtà non solo sensoriale e fisica, ma anche spirituale. Sarebbe in quest’ultima la soluzione, la “memoria eterna”. Pertanto non è possibile credere nella salvezza orizzontale dell’umanità, ipotizzata anche da illustri teologi e filosofi. Questa è inutile gnosi con derive, spesso, transumanesime.
L’unica salvezza possibile
Nel cattolicesimo, l’uomo non si salva al di là delle relazioni che può stabilire. Ergo, la salvezza collettiva dovuta a chissà quale conoscenza acquisita o assimilata è impossibile, perché la memoria umana è limitata. Ma ci salviamo perché Dio è nella storia, perché noi tutti possiamo essere con Lui una cosa sola (Gv 17, 20-21). Veniamo salvati per il soprannaturale che irrompe nella storia e che fa parte di noi. Il soprastoria, quello iniziato da Gesù, è con la Pentecoste, che ci unisce spiritualmente per prepararci a Cieli nuovi e terra nuova, quando Dio vorrà rinnovare tutta l’umanità e il creato. Filosofie come quelle di Hegel, dove le miserie umane non rappresentano altro che “errori obbligati” per la divinizzazione – orizzontale – dell’uomo, tanto da ridurre, guerre, violenze, stupri e ogni malvagità perpetrata dagli uomini come “tappe fondamentali” o “necessarie” per l’evoluzione della specie umana non richiede chissà quale replica per poter essere smontata, perché, ahimè, si commentano da sé.
Gesù storico: conclusione
Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno! (Gv 20, 29)
Gesù storico, così come viene descritto nei Vangeli, è un figura incredibile che oltrepassa di molto la nostra fantasia. Possiamo considerare ciò che supera i nostri schemi necessariamente come ‘inverosimile’? Questa risposta non è una sottigliezza, ma qualcosa che condizionerà ogni aspetto della nostra esistenza. Dunque, Gesù è inverosimile? No, naturalmente! Aspetta a noi decidere se credere o no in una realtà superiore che, nel bene o nel male, persiste con o senza l’uomo.