Omosessualità è contronatura! ~ Idea diffusa nell’ambito religioso
Da secoli, l’idea di una “natura umana” singola, fissa e immutabile ha funto da pilastro per le dottrine morali e religiose. Questa presunta uniformità è stata l’unico metro di giudizio con cui è l’omosessualità è stata etichettata condannata come “contro-natura” o come una deviazione volontaria da un “disegno” prestabilito: “una perversione”, “l’omosessualità è contronatura”.
Eppure, la scienza moderna ha demolito questa illusione, sostituendo la semplicità con una verità ben più complessa: L’omosessualità smentisce le credenze religiose, l‘orientamento sessuale può essere un tratto profondamente radicato nel nostro sviluppo biologico, determinato da meccanismi che agiscono ben prima della nascita. L‘omosessualità non sempre è dettata da traumi o fattori psicologici, ma può avere radici nella genetica oltre che nella psiche.
La vera Genesi dell’uomo: L’impronta dell’ibridazione

Se l’innatismo è ormai un dato di fatto, il vero mistero — e il motivo della sua persistenza — risiede nella nostra stessa origine come specie.
Non siamo il risultato di una linea evolutiva “pura”, ma di un evento che possiamo definire l’equivalente biologico di un “peccato originale”: l’ibridazione della specie umana. L’essere umano moderno è il frutto di un meticciato genetico con altre specie di ominidi, come i Neanderthal ei Denisova. Ma l’ibridazione a cui alludiamo è più ancestrale, soprattutto quella di Genesi 6: la Stirpe perfetta di Set che si mescolò con la stirpe ominide di Caino. Questo lo avevamo in parte spiegato ne “La stirpe di Caino e la stripe di Seth”, ma anche nell’articolo “Cosa c’è di vero nei Nephilim del libro di Enoch?”. Ma meglio ancora è, a perer mio, leggersi la Genesi Biblica di don Guido Bortoluzzi. Questa commistione non è un dettaglio storico, ma la nostra condizione esistenziale permanente.
L‘ibridazione della specie ha creato una varietà genetica così vasta , e una tendenza alla non uniformità sia comportamentale che morfologica così potente, che ogni singolo individuo che nasce oggi è, un livello biologico, un membro di una specie unica e irripetibile. La non uniformità non è un errore o frutto di un’evoluzione anomala; è il risultato diretto dell’ibridazione.
L’omosessualità è contronatura? La verità scomoda
La conseguenza di questa ibridazione è inequivocabile: l’omosessualità non è un’anomalia da “accettare”, ma una manifestazione inevitabile di questa condizione ibrida. I meccanismi complessi che producono l’orientamento sessuale (dalle interazioni poligeniche alle modulazioni ormonali prenatali) sono gli stessi che assicurano la nostra unicità.
La verità difficile da accettare è questa:
Se ogni persona è un ibrido unico, la cui “natura” è per definizione non-uniforme, allora il concetto stesso di una sessualità “contro-natura“ perde ogni fondamento logico e scientifico.
Il rifiuto dell’omosessualità è, in sostanza, il rifiuto della nostra natura ibrida.
I meccanismi dell’unicità (la scienza dell’ibrido)

Per secoli, si è cercato un interruttore binario per l’orientamento sessuale: o è “acceso” (eterosessuale) o è “spento” (omosessuale). Questa visione non solo è semplicistica, ma è scientificamente insostenibile, soprattutto per una specie come la nostra, plasmata dall’ibridazione.
La verità risiede nei poligeni:
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L‘assenza del gene unico: Non esiste un singolo “gene dell’omosessualità” che si possa attivare o disattivare. Se esistesse, secondo le dinamiche evoluzionistiche, sarebbe stato eliminato probabilmente dalla selezione naturale se fosse stato un tratto puramente svantaggioso. Invece, l’orientamento sessuale è influenzato da centinaia di varianti genetiche distribuite su tutto il genoma (poligeni), ognuna delle quali ha un effetto minuscolo.
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L’eredità dell‘ibridazione: La nostra storia di ibridazione ha mescolato il DNA di specie diverse e poi di diversi generi di Homo. Questo meticciato ha introdotto e mantenuto un serbatoio di poligeni diversi che, combinandosi in migliaia di modi possibili, garantiscono la massima varietà in ogni tratto, compresa la sessualità. Non stiamo parlando di geni “difettosi”, ma di varianti ereditate e mantenute che contribuiscono a una variazione complessa di tratti non legati alla riproduzione diretta.
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Il continuum inevitabile: Quando centinaia di varianti genetiche interagiscono con fattori prenatali variabili (come vedremo nel prossimo punto), il risultato non può essere un semplice “sì “ o “no”. Il risultato è un continuum di risposte neurologiche e comportamentali che determinano l’attrazione, con l’eterosessualità e l’omosessualità come punti estremi di una curva di distribuzione naturale.
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L’unicità del codice ibrido: Poiché la combinazione esatta di queste centinaia di poligeni ibridi è unica per ogni persona (a meno che non si parli di gemelli identici), la non–uniformità nell’orientamento sessuale non è un’eccezione, ma la regola. È la firma inequivocabile della nostra condizione di specie ibrida.
Il nostro corpo e la nostra mente sono sistemi complessi non ottimizzati per una singola funzione, ma per la massima adattabilità, e l’ibridazione ha comportato questa eccessiva complessità. L’omosessualità è semplicemente uno dei tanti modi in cui il nostro codice ibrido può combinarsi .
Oltre il Gene: Epigenetica e la modulazione della varietà ibrida

Se i poligeni ereditati dall’ibridazione (il nostro pool genico vasto e non uniforme) sono il potenziale di variabilità, è l’epigenetica a determinarne la manifestazione unica in ogni individuo. L’epigenetica si riferisce a modificazioni chimiche del DNA (come la metilazione o la modifica degli istoni) che alterano l’attività dei geni senza cambiarne la sequenza di base. Funziona come un “interruttore molecolare” o come un meccanismo di scrittura sul codice, che risponde agli stimoli ambientali.
Nel contesto dell’orientamento sessuale, i meccanismi epigenetici agiscono in modo cruciale durante lo sviluppo prenatale. Le fluttuazioni ormonali o ambientali nell’utero materno non cambiano i poligeni di base (il codice ibrido), ma possono alterare il modo in cui quei geni vengono espressi, specialmente nelle regioni cerebrali coinvolte nella differenziazione sessuale e nell’attrazione.
Questo meccanismo rafforza ulteriormente la tesi dell’ibridazione:
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Massima unicità: La combinazione unica di poligeni di un individuo (l’eredità ibrida) incontra i fattori prenatali (l’impronta epigenetica), creando un risultato irripetibile e non uniforme, che sfugge a ogni tentativo di categorizzazione binaria (“acceso/spento”).
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Innatismo inevitabile: L’epigenetica assicura che l’orientamento sessuale sia innato , stabilendosi ben prima della nascita, pur essendo un’interazione tra genetica (poligeni ibridi) e “ambiente” (l’utero).
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La condanna impossibile: Giudicare l’omosessualità non è solo rifiutare l’ibridazione, ma è negare la complessa e indomabile interazione tra i meccanismi poligenici e la loro espressione epigenetica, che sono la firma biologica della nostra specie complessa .
Il rifiuto dell’ibridazione (il peccato originale culturale)

La negazione dell’ibridazione non è solo un errore storico o biologico; è una necessità culturale per le dottrine che richiedono uniformità. Se si accetta che siamo il risultato di una commistione genetica, il concetto di “natura” fissa crolla, portando conseguenze destabilizzanti per le strutture morali rigide.
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Uniformità come controllo: Le religioni e le culture tradizionali spesso prosperano sull’idea di un’umanità creata secondo un “disegno originale” perfetto e immutabile (il mito della purezza). Questo garantisce un modello di comportamento unico (la “norma”) e facilita il controllo sociale.
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L‘omosessualità come prova: L’omosessualità innata distrugge questo modello. Essendo un tratto biologico che emerge dalla non uniformità intrinseca dell’ibrido, essa dimostra che la diversità è la regola, non l‘eccezione. La condanna dell’omosessualità come “peccato” o “contro-natura” è in realtà un disperato tentativo di ristabilire un’uniformità che la biologia ha reso impossibile.
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Il crollo del giudizio: L’accettazione dell’omosessualità come risultato dell’ibridazione costringe ad accettare che ogni persona è un ibrido unico. Se ogni persona è unica, non può esistere un parametro di “normalità” sessuale al di fuori della variabilità del continuum. Giudicare l’omosessualità significa giudicare l’ibridazione stessa.
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Il vero rifiuto: Il mondo cristiano (e analoghe strutture culturali) non sta rifiutando l’atto o la scelta, ma sta rifiutando la nostra storia biologica: l’ibridazione umana che ha creato una varietà che non è contemplata da nessuna dottrina.
Il vero “peccato originale”: La biologia indomabile

Il “Peccato Originale”, nel contesto dell’ibridazione, non è un atto di disobbedienza morale, ma l’evento biologico che ha reso la nostra specie irrimediabilmente varia. Questa varietà, che comporta anche mali di ogni genere, come le malattie genetiche e malattie autoimmunitarie, va semplicemente accettata.
Questa commissione genetica è ciò che garantisce anche una sorta di nostra “resilienza”, ma è anche la fonte di tutte le non uniformità che le dottrine basate sulla purezza e sulla semplicità non possono comprendere. Il “peccato” sta nell’essere troppo complessi e troppo diversi per essere conformi a una dottrina. La condanna dell’omosessualità è la condanna della propria biologia ibrida.
L’accettazione del problema

Omosessualità è contronatura? L’esplorazione dell’innatismo dell’omosessualità ci porta a una conclusione ineludibile: Non è un difetto, né una scelta. Ma un prodotto inalienabile della storia genetica della nostra specie. I meccanismi poligenici e prenatali che determinano l’orientamento sessuale non sono un errore della Natura, ma la funzione naturale di un genoma ibrido e altamente complesso.
Non dobbiamo più chiederci se la società deve “tollerare” o “accettare” la diversità sessuale. Dobbiamo accettare la verità biologica più profonda: la non uniformità è l’unica vera uniformità della nostra specie. L’omosessualità è la prova che l’umanità è, per sua natura, un organismo anti–omologazione .
Conclusione: Entra nella Famiglia Divina

L’esplorazione dell’innatismo dell’omosessualità ci porta a una conclusione ineludibile: non è necessariamente un difetto, né una devianza psicologica né una scelta. Ma un prodotto inalienabile della storia genetica della nostra specie. I meccanismi poligenici e prenatali che determinano l’orientamento sessuale non sono un errore della Natura. Ma la funzione naturale di un genoma ibrido e altamente complesso.
Non dobbiamo più chiederci se la società deve “tollerare” o “accettare” la diversità sessuale. Dobbiamo accettare la verità biologica più profonda: la non–uniformità è l‘unica vera uniformità della nostra specie . L’omosessualità innata è la prova che l’umanità è, per sua natura, un organismo anti–omologazione .
Lo abbiamo spiegato anche ne “La famiglia naturale esiste?”. L’unica possibilità per l’umanità ibrida è quella di seguire, per grazia di Dio, il modello offerto da Gesù Cristo: la Famiglia Divina e la vita da figli di Dio. Ma si tratta di una grazia concessa da Dio che non possiamo imporre agli altri, come se fosse automatico entrare in una natura – quella divina – che non ci appartiene. E anche indagare l’origine dell’omosessualità (se sia di origine psicologica) è una scelta delicata, che non possiamo mai pretendere per un persona.
La Chiesa cattolica e il resto delle religioni, essendo tenaci nel loro errore, continueranno a perdere consenso, arrecando danni. Perché continuare negare l’evidenza a discapito di persone che vivono semplicemente secondo la propria natura è inaccettabile. La realtà è molto più complessa. Senza una spiegazione realistica del peccato originale, la Chiesa cattolica è destinata a ripetere gli errori di sempre.


