Nella narrativa odierna, come sappiamo, l’evoluzionismo biologico, con la sua deriva religiosa (l’evoluzionismo teista) è praticamente dato per scontato, soprattutto nella cultura popolare. Eh sì, ci si dimentica che si tratta ancora di una teoria, che non viene dimostratata proprio perché ha diverse lacune. Come lettore incallito di fumetti e appassionato di cinema non posso fare a meno di imbattermi in opere dove in buona o cattiva fede si sostiene una visione materialistica proprio perché si vuole dare per scontato l’evoluzionismo quale unica spiegazione plausibile delle origini dell’uomo e di tutte le altre specie.
Quando con orrore ci viene mostrato ciò che si nasconde dietro il evoluzinismo teista…
Uno dei miei fumetti seriali preferiti è indubbiamete “Dylan Dog”, dove di sovente si affrontano temi non solo legati al genere horror, ma a molte altre tematiche esistenziali riguardanti le inquietudini umane più profonde. E Dylan Dog, l’indagatore dell‘incubo, non a caso, è l’antieroe più famoso del fumetto Bonelli. Perché possiamo empatizzare con le debolezze di Dylan ed esplorare i suoi incubi rendendoci conto che, spesso, sono anche le nostre stesse paure. Dylan venne creato da Tiziano Scalvi nel 1986, proprio per offrirci una narrazione dove il protagonista cerca sì di fare l’eroe, ma il più delle volte è solo nell’ennesima vittima di un incubo che può riguardarci tutti.
Fratelli di un altro tempo
Sfruttando Dyland Dog, affronteremo un fraintendimento comune sull’argomento delle origini umane a partire dalla potenza di alcune immagini di Corrado Roi e da una delle storie più significative, almeno per me, di Luigi Mignacco: Dylan Dog 102 – Fratelli di un altro tempo. L’autore ci propone un tema complesso e delicato, quello dell’evoluzionismo tiesta: se l’uomo non è stato creato perfetto, ma è frutto di un lento trasformismo biologico basato sulle forze della prevaricazione e della selezione naturale allora, forse, siamo tutti figli del più grande degli incubi? E questo non ci rende, in qualche modo, “fratelli” anche se non tutti appartenenti al genere “Homo sapiens”? La storia di Mignacco a questo allude, qualora l’umanità sia davvero frutto di spietate dinamiche di sopravvivenza dove contano solo la selezione naturale e le derive genetiche (micro e macro mutazioni, che si congelano, dando origine a nuove specie, in un lento e inesorabile trasformismo di cui l’uomo è il risultato “migliore” ).
Genesi Mosaica… un’allegoria che nasconde un incubo?
Chiamata così perché la tradizione cattolica attribuisce l’opera al profeta Mosè. E in quale periodo fu scritta? Si propende per VI-V secolo a.C., consapevoli che soprattutto dall’Esodo in giù potremmo avere a che fare con storie ben più arcaiche. E non affronteremo la questione dei “generi letterari“. Almeno non in questo articolo.
In ogni caso, sfruttando la narrativa l’evoluzionismo biologico e quello teista rispetto alla Dottrina cattolica possono essere focalizzati decisamente meglio. Abbiamo affrontato più di una volta il tema della Genesi e della protologia, ma mai in modo esauriente per questioni di spazio. Sia chiaro, nemmeno in questo nostro articolo risolveremo del tutto la faccenda! Ma ci soffermeremò su alcune conseguenze riguardo il compromesso tra due prospettive (quella cristiana e quella materialista) diametralmente opposte.
Agostino aveva torto???!!! XD
Tempo fa ho avuto modo di leggere il libro “Come sopravvivere alla Chiesa cattolica, e non perdere la fede“, di Alberto Porro, una sorta “manuale di sopravvivenza per restare cattolici”, ma forse è più un simpatico manifesto del cattolicesimo odierno, inconsapevolmente progressista, dove nel capitolo dedicato al battesimo l’autore scrive quanto segue:
In realtà la dottrina del peccato originale si è evoluta, nel senso che ormai non si dà più la colpa ad Adamo ed Eva, i quali forse non sono nemmeno mai esistiti e sono frutto di un racconto simbolico, concepito dagli scrittori biblici dei tempi antichi […]
Questa frase ha il merito di avermi convinto a scrivere Se Gesù fosse Nerd. XD Perché mi dispiace per Porro e suoi lettori, ma le fonti dicono altro. Cioè, il Magistero straordinario della Chiesa cattolica non ha mai ritrattato nulla. I dogmi più importanti riguardo il libro della Genesi mosaica sono, più o meno, i medesimi del Concilio di Trento! Sì, sulla storia della creazione siamo tutti meno “intransigenti” e più aperti nei confronti delle diverse possibili interpretazioni, soprattutto rispetto le scoperte scientifiche. Ma la sostanza non cambia. E sono solo i teologi più modernisti ad ignorare le Verità di fede. Cioè, che credono che la Chiesa debba “aggiornarsi” in base al pensiero corrente… ritrattando, così, i dogmi! O i giornalisti cattolici a cui, forse, non garba Agostino, che fingono il contrario… Detto questo, se prediamo quell’affermazione a pag. 59 di Porro così com’è, beh, emergono gravi contraddizioni riguardo la Storia della Salvezza…
Agostino VS Pelagio
Sant’Agostino, in soldoni, così sosteneva:
“[…] le immadiate conseguenze del peccato di Adamo furono l’impulso sessuale (libido e concupiscenza) […] e l’altra conseguenza fondamentale fu la morte.
Agostino è stato uno dei più grandi padri della Chiesa, mentre Pelagio era un omone molto buono, ma che la pensava diversamente sulle questioni del peccato originale e del battesimo. Lo scontro fu inevitabile! Ripeto, la citazione di Porro di sopra è solo una delle tantissime disponibili tra scrittori, cristiani e teologi odierni, che senza rendersene conto credono che Agostino aveva torto e Pelagio ragione, perché non c’è stato alcun primo uomo perfetto che provocò la caduta, e alcun peccato propagatosi in tutta la stirpe umana che ci ha privati della natura e bellezza delle origini. Infatti per Pelagio un bambino innocente è privo del peccato di Adamo. Dunque, Pelagio gradirebbe il libro di Porro.
E Pelagio viene messo K.O.!!!
Per Pelagio le cose stanno più o meno così:
Pelagio: “[…] Invece la fondamentale bontà di questa natura (umana) è stata impressa in tutti, senza eccezioni, tanto che anche fra i pagani, che non conoscono il culto di Dio, essa affiora e non di rado si mostra palesemente.
La disputa di Agostino e Pelagio era proprio legata al modo di concepire il peccato originale e conseguentemente il battesimo. Pelagio consigliava a tutti il battesimo come una “grazia” in più per l’uomo, ma non lo considerava necessario per gli innocenti. In pratica, Gesù ci chiede di battazzarci per salvezza, Pelagio fa l’esatto contrario… E qui perdonatemi l’onomatopea di sopra, ma questo articolo fa apologia del peccato originale grazie anche ai fumetti!
Il Concilio di Cartagine condannò le dottrine di Pelagio
Ovviamente, Pelagio fu condannato nel 418, con tanto di dogmi annessi, mentre Agostino diventò un padre della Chiesa. Ma il pensiero di Pelagio, dal neodarwinismo in poi, è tornato con i suoi errori in seno alla Chiesa e ha trovato un maggior numero di sostenitori… che probabilmente nemmeno sanno chi era Pelagio! (Eh, si ride per non piangere!)
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. ~ Mc 16: 15-16
Non siamo figli di dio, per questa ragione venne Gesù
Se, infatti, il battesimo non è necessario per la salvezza degli innocenti, o Adamo ed Eva, i quali forse non sono nemmeno mai esistiti e sono frutto di un racconto simbolico, ne consegue che siamo già tutti Figli di Dio dalla nascita e la Storia della Salvezza quasi cessa di esistere o diventa qualcosa di evanescente e solo ascendente (niente caduta, perché siamo comunque tutti in salita! Difettati forse, ma sempre più “evoluti” rispetto ai nostri avi e più ‘buoni’ grazie a Cristo). Per esperienza come catechista posso dirvi che per un ragazzino che si prepara alla cresima una spiegazione del genere la considererà “poco concreta”, perché priva dei cosiddetti punti irrinunciabili del racconto. E sarà una possibile ragione per allontanarsi dalla fede cattolica, che trova la sua forza nella bellezza di una storia che vede Gesù come “Nuovo Adamo“, un po’ come la bellezza salvifica del viaggio dell’eroe di Luke contro il peccato di Anakin Skywalker. Ossia, la sintesi del viaggio dell’eroe. Dunque, i ragazzi, non appena condizionati da altre “dottrine” più “autorevoli”, penseranno che i loro catechisti se la raccontano… XD La cosa triste è che la maggior parte dei cristiani davvero non sa che pesci prendere riguardo la storia delle origini.
Evoluzionismo teista: il tritacarne “provvidenziale”
Da quando la Chiesa ha sviluppato un complesso di inferiorità nei confronti della scienza, ma più che altro nei confronti del mondo accademico anticattolico, siamo passati dai quei cristiani integralisti che volevano far concordare con la realtà ogni possibile interpretazione letterale della Bibbia fino a quelli che adesso vogliono far concordare la Dottrina cattolica con il Neodarwinismo, senza che nessuno delle due posizioni sia davvero messa in discussione rispetto all’altra. In realtà, è solo il trasformismo delle specie che non viene messo in discussione. Notiamo, infatti, che da Pierre Teilhard de Chardin fino a diversi cardinali odierni che non menziono, l’estrema sintesi non cambia: tutto va bene, perché l’evoluzione è accompagnata dalla Provvidenza: il cosiddetto «evoluzionismo teista», dove la prevaricazione tra animali e poi subumani che portò a noi fu un “sapiente” disegno di Dio. Mentre si negano tutte le verità fondamentali della Storia della Salvezza in favore di una visione del percorso dell’umanità che fa apparire Le cronache del ghiaccio e del fuoco una saga fantasy per bambini e H.P. Lovecraft un raffinato teologo! XD
Ma vediamo cos’è l’evoluzionismo teista
Fin quando ci si nasconde dietro parole e concetti fumosi si può dire tutto e il contrario di tutto. Quando invece si guarda in faccia la verità, con un po’ di sano pragmatismo, magari servendosi di ciò che è palesemente oggettivo, come un’immagine, le cose cambiano! Nel nostro caso ricorro alle immagini di un buon fumetto di Dylan Dog. La storia di Dylan Dog 102 – Fratelli di un altro tempo vede il nostro Old Boy sulle tracce di un povero homo habilis fuggito da un laboratorio segreto dove, senza fare spoiler, alcuni scienziati sono riusciti a ricreare geneticamente degli esseri subumani simili agli ominidi che un tempo popolavano alcune parti dell’Africa. Ma, soprattutto, in questo laboratorio i poveri ominidi sono costretti a rivivere l’orrore della sopravvivenza e della violenza di chi prevarica che li portò, in teoria, a “evolversi” secondo la nota teoria di Neodarwiana applicata anche all’uomo. Nella tavola 4 di Dylan Dog 102 vediamo tre ominidi dell’Africa intenti a cacciare un pliohippus (cavallo di piccola stazza, ormai estinto), con mezzi molto rudimentali, cioè clave e bastoni, perché di fatto ancora troppo limitati nell’intelligenza rispetto alle altre razze subumane.
La violenza finalizzata per la sopravvivenza ci rende migliori?
Nella tavola successiva assistiamo alla violenza efferata di questi esseri, che anche avendo ormai catturato il povero cavallo, beh, continuano a massacrarlo fin quando non resta del tutto immobile. Ma nell’ultima vignetta si capisce che i tre subumani da predatori si ritroveranno prede… arriveranno dei grandi e massicci felini! Si tratta degli Smilodon (le cosiddette tigri dai denti a sciabola), vissute sicuramente almeno nel Pleistocene. Però uno degli habilis riuscirà a fuggire e, così, a mettersi in salvo. E tornerà anche all’attacco per vendicarsi! Se il discorso riguardo le macro mutazioni e il trasformismo delle specie fosse valido, l’ominide che è riuscito a scappare avrebbe un pool genico diverso (?), cioè migliore, e anche questo singolo atto di caccia sarebbe utile per l’evoluzione biologica della specie umana. Infatti, secondo la mitologia neodarwiniana, sarebbero stati soprattutto gli scontri tra i diversi subumani a determinare la “nascita” di quello che noi oggi definiamo “Homo sapiens”.
L’altro dio… il caos!
Un altro Dylan Dog (Dylan Dog 396 – Il suo nome è guerra) affronta il medesimo argomento, mostrando come il caos “provvidenziale” sia assolutamente lovecraftiano in termini “cosmologici”.
2001: Odissea nello spazio
Tuttavia, la scena che meglio fa capire quanto assurdo sia tanteare di conciliare l’evoluzionismo teista con la fede cattolica la troviamo in un’altra grande opera visiva: 2001: Odissea nello Spazio. Film non a caso profondamente gnostico.
Cosa vediamo nei primi minuti del film?
Un gruppo di ominidi che dopo aver toccato un misterioso monolite nero, che rappresenta il divino che trasmette agli esseri inferiori le conoscenze necessarie per un “percorso evolutivo”, di cui l’uomo non è il culmine. Ma solo una tappa necessaria per arrivare a una realtà trascendente. All’inizio del film un ominide “capisce” grazie al monolite nero cosa deve fare per dare inizio al processo “evolutivo”. Cioè, uccidere il fratello con un utensile! XD Sì, si tratta di una interpretazione alternativa alla storia di Abele e Caino. Ma se nel racconto biblico il crimine di Caino è assolutamente considerato nefasto, oltre che una diretta conseguenza del peccato di Adamo, nel film di Kubrick è visto come un bene. Perché sarà l’inizio di un “nuovo mondo”. Infatti, è proprio questa scena di 2001: Odissea nello Spazio a farci capire come sia agghiacciante l’evoluzionismo teista. Uccidere fu necessario per il progresso e il miglioramento dell’umanità.
Il rovesciamento della teologia cristiana
Nella Sacra Scrittura si narra di una caduta che raggiunge il suo momento peggiore in Gen 6: 1-5, la gigantomachia ebraica, seguita dalla promessa di una redenzione, mentre nella teologia che sposa l’evoluzionismo teista tutto viene rovesciato: Dio non generò un essere perfetto, ma creò un universo in continua trasformazione biologica che ottenne spontaneamente dei subumani destinati a evolversi in un percorso fatto di violenza, prevaricazione e di crudele eugenetica. L’uomo non è difettato – per colpa di un peccato originale – e ne potrebbe esserlo se si trova in continua evoluzione. Inoltre, l’omicidio è addirittura necessario, perché senza di esso non si sarebbe mai giunti all’Homo sapiens. Anche l’omicidio di Abele è così “giustificato”, perché “necessario”. Anzi, provvidenziale! Credo che non serva aggiungere altro… Se Dio non ha creato e/o generato, ma ha permesso solo la nascita ‘spontanea’ di subumani colmi di violenza e gravemente limitati nelle loro capacità psicofisiche, è senz’altro un demiurgo cattivo.
Come leggere la Genesi mosaica?
In realtà la Chiesa non si è “evoluta” riguardo il peccato originale. Ma più semplicemente ha imparato, nei secoli, con l’aiuto dello Spirito Santo, a conoscere sempre meglio la questione della caduta rispetto la Salvezza. In sostanza i primi capitoli della Genesi non sono invenzioni di biblisti o scribi che provarono, a modo loro, a “spiegare” il racconto delle origini. Se così fosse, sarebbero addirittura esclusi dal concetto di “mito”. Il racconto della creazione è, con tutti i limiti letterari del caso, parola di Dio: Rivelazione. Ossia, un testo divinamente ispirato che nel corso dei millenni è diventato sempre più misterioso. O di difficile comprensione non perché allegorico e di origine esclusivamente umana. Moltissimi termini ebraici sono, in realtà, polisemici, inseriti in discorsi pieni di modi di dire spesso paradossali, ironici o legati all’immaginario di un popolo vissuto in un tempo remoto che, con il passare dei secoli, non sono stati più compresi nemmeno dagli stessi trascrittori. Pertanto, i primi capitoli della Genesi sono accidentalmente, per così dire, “oscuri”. Consapevoli che tali testi possano essere letti in tanti modi diversi, la Chiesa cattolica ha – nel corso del tempo – fissato nel Magistero alcuni punti fermi. La Pontificia Commissione Biblica sul carattere storico dei primi tre capitoli della Genesi è la più facile sintesi di Genesi 1, 2 e 3. Ossia, la sinossi della fede riguardo la prima parte del libro della Genesi.
Ricordare i punti irrinunciabili del racconto
Quelli che danno corpo al racconto stesso. Tenendo conto di quanto espresso sopra: si può offrire ogni possibile interpretazione semplicemente ricordandosi che c’è stata una creazione ex nihilo, una prima coppia umana, la donna ebbe origine dal primo uomo, esiste il diavolo e il primo uomo ha provocato un male che ha raggiunto la natura di tutti a partire dal nostro concepimento. Questi punti fermi delimitano cosa? Delimitano le possibili interpretazioni della Bibbia e, pertanto, le possibili ricostruzioni del racconto. Come cattolici, potete interpretare il testo come volete, a patto di non eliminare nemmeno uno degli elementi sopracitati.
Conclusione
Siamo certi che tutto è partito da una creazione dal nulla, che c’è stata una progressiva opera creatrice sulla terra, cioè una filogenesi, e sappiamo anche che tra le specie esistono somiglianze genetiche. Non si può negare in alcun modo la passata esistenza di tipologie umane e subumane tra loro interfertili, di cui l’Homo sapiens è l’ultimo esponente. Però questi dati non confermano affatto l‘evoluzionismo, teista e non, che rimane per questioni morali, logiche, teologiche e dottrinali, incompatibile con la fede cattolica.
Allora.. in cosa credere? 😕
Beh, certamente non nel creazionismo puro, che resta solo una forma di fondamentalismo insostenibile, ed evidentemente Adamo non fu un Homo sapiens, essendo quest’ultimo non solo l’ultima tipologia umana rimasta sulla terra (300 000 mila anni fa), ma anche, in parte, il risultato di varie ibridazioni a partire dal Homo erectus fino al Homo di neanderthal. Pertanto, Adamo non era un Sapiens… 😉 Ma qualcosa di molto più magnifico! Naturalmente alludiamo alla Genesi Biblica e alla storia dei Figli di Dio, di cui Adamo fu il capostipite.
Il pensiero di Pio XII sull’evoluzionismo teista e meterialista:
“[…] I fedeli non possono abbracciare quel’opinione [il poligenismo] i cui assertori insegnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra veri uomini che non hanno avuto origine, per generazione naturale, dal medesimo come da progenitore di tutti gli uomini, oppure che Adamo rappresenta l’insieme di molti progenitori; non appare in nessun modo come queste affermazioni si possano accordare con quanto le fonti della Rivelazione e gli atti del Magistero della Chiesa ci insegnano circa il peccato originale, che proviene da un peccato veramente commesso da Adamo individualmente e personalmente, e che, trasmesso a tutti per generazione, è inerente in ciascun uomo come suo proprio.” (Humani generis, 1950)