È corretto affermare che “Elohim” è un termine ebraico che significa “dèi” o “deità”?
Elohim: plurale o singolare?
Condizioni paricolari per il termine Elohim

Ecco alcuni punti chiave da considerare riguardo il termine Elohim:
- Plurale grammaticale: La forma “-im” alla fine della parola indica un plurale in ebraico.
- Uso politeistico: In alcuni passi della Bibbia ebraica, “Elohim” è usato per indicare altre divinità (ad esempio, in Esodo 12, 12 o Deuteronomio 32, 17).
- Plurale di maestà/eccellenza: Quando si riferisce al Dio di Israele, il termine è quasi sempre accompagnato da verbi e aggettivi al singolare, indicando che si tratta di una singola entità divina. L’uso del plurale in questo caso serve a esprimere la sua trascendenza e la sua potenza incommensurabile.
- Traduzioni: Le traduzioni spesso rendono “Elohim” con il singolare “Dio” quando si riferisce al Dio di Israele, per riflettere l’intenzione monoteistica del testo in quei contesti. Tuttavia, la sua forma plurale e/o singolare rimane ancora oggi oggetto di dibattito tra teologi, biblisti e filologi.
- Significato di base: La radice della parola “Elohim” è probabilmente “El”, che significa “potente” o “forte”. Quindi, “Elohim” potrebbe essere interpretato letteralmente come “i potenti” o “le potenze“, sottolineando ulteriormente la maestà divina del Dio di Israele e dei Suoi Figli.
- Figli di Dio: In Genesi 6, “Benei Elohim” fu utilizzato per indicare gli Angeli o i Figli di Dio. Già a partire dal IV secolo la Chesa cattolica riconobbe negli esseri divini di Genesi 6 la santa stirpe di Set, rimasta tale fino alle vicende narrate nel sesto capitolo.
Conclusione

In conclusione, affermare che “Elohim” significa “dèi” o “deità” è corretto in alcuni contesti, ma quando si riferisce al Dio di Israele è più accurato interpretarlo come un plurale di maestà che esprime la sua unica e trascendente divinità. Nel caso di Genesi 6, allude agli esseri divini oggi considerati i Figli di Dio sopravvissuti fino ai tempi narrati nel sesto capitolo della Genesi mosaica. L’interpretazione che vedrebbe gli Elohim come “Angeli” non è più accettata, perché i Figli di Dio si unirono carnalmente alle figlie degli uomini, dimostrando di essere appartenenti alla realtà immanente.